Vanno evitati certi comportamenti tafazziani
Il dibattito cittadino continua a concentrarsi sul centro storico. Nell’ultima settimana, poi, interventi e iniziative sono aumentate. C’è stata la proposta di Placuzzi (Confartigianato) di creare un’area di sosta nello spazio dell’autoparco. Idea interessante. Ha (come tutte) pro e contro, ma, con alcuni accorgimenti, potrebbe essere la soluzione giusta. Soprattutto per la sera, vera emergenza.
Confcommercio ha proposto gli stati generali. Stuzzicante la replica di “Cesena 2024” che ha accolto la sfida dell’associazione di categoria, ma proponendo di allargarla ai duemila negozi di vicinato. Perché in città ci sono anche quelli. E “Cesena 2024” fa bene a ricordarlo. Fondamenta poi ha organizzato un’iniziativa beccandosi però i rimbrotti (su Facebook) di Giangrandi che non era stato invitato. Il Comune ha introdotto aggiustamenti in due aree di sosta (Machiavelli e Martini) in attesa di una decisione su un intervento definitivo sulla sosta. Perché qualcosa, in questo senso, la giunta farà. E mi auguro che avvenga in modo veloce. Non perché sia necessaria, ma per derubricare il tema dall’agenda politico/amministrativa.
L’assenza di parcheggi fino ad ora è stato un alibi. La crisi del commercio e dei centri storici è figlia del cambiamento delle abitudini. Prima i centri commerciali, poi il web. Situazione che ha creato problemi anche al mercato ambulante. Però non è cambiato il perimetro del cuore della zona commerciale non alimentare. Anche all’epoca della vasca l’area di piazza della Libertà non era appetibile.
Pare difficile anche sostenere che il problema sia la fruibilità. Anche perché nel fine settimana le presenze in centro sono le stesse dei centri commerciali. Stessa situazione che si registra durante la settimana. Perché è vero che nell’area storica c’è poca gente, ma non è che nelle gallerie dei centri commerciali ce ne sia molta di più.
Partendo dai presupposti che indietro non si tornerà e che tutto può essere migliorato, si dovranno però impostare i ragionamenti anche tenendo conto delle diverse abitudini dei consumatori. Inoltre bisognerebbe iniziare ad usare anche una narrazione diversa. Continuare a parlare del centro solo in negativo è un comportamento tafazziano e non fa bene.
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