Giancarlo Bonomo: “Con la collega Ferrari sono in cantiere degli eventi tematici di pittura e scultura contemporanea a Bologna, che per noi è vetrina ideale e città prediletta di elezione."
Giancarlo Bonomo, curatore e critico dell’arte, dopo gli studi di storia dell’arte e architettura rinascimentale, ha fondato a Trieste, splendida città asburgica, il Movimento “Arte Intuitiva” una Scuola d’Avanguardia con l’intento di proporre laboratori multidisciplinari di espressione artistica, basata sul principio dell’intuizione intellettuale. Questo movimento artistico ben si inserisce nello spirito creativo e spesso anche innovativo che la città di Trieste custodisce in sé. Bonomo nell’anno 2009 ha partecipato alla Biennale di Venezia in qualità di curatore e critico dell’arte nel progetto multimediale “Blue Zone”. Negli anni che vanno dal 2010 al 2013 ha condotto numerose trasmissioni televisive in diretta di arte contemporanea con il Gruppo Real Arte di Sant’Elpidio a Mare, in onda sulla piattaforma Sky dove presentava numerosi prestigiosi artisti italiani, quali: Boetti, Bonalumi, Castellani, De Chirico, Fontana, Modigliani, Chia, Tancredi ed altri ancora. Numerose e altrettanto prestigiose sono le sue pubblicazioni, fra le quali nel 2012 il volume “Oltre la Paura” incentrato sulle paure e le fobie e arricchito dalle opere illustrate di Raffaello Ossola. L’anno seguente, nel 2013, ha partecipato nuovamente alla Biennale di Venezia in qualità di curatore del progetto multimediale “OverPlay” patrocinato dal Consolato Generale di Germania. Nel 2015 ha debuttato quale autore ed interprete con lo spettacolo multimediale “De Sacra Imagine” dove la divulgazione artistica viene mixata e coniugata con altre forme artistiche quali la poesia, la musica e il teatro di prosa. Nel 2016 ha rappresentato con le medesime modalità lo spettacolo “Raffaello, la Luce della Bellezza”. Successivamente nel 2017 ha portato in scena la vita e le opere di Giorgione e Giambattista Tiepolo in due serate esclusive rappresentate in piazza Capitolo ad Aquileia, entrambe patrocinate dall’Unesco. Presso il Palazzo della Gran Guardia di Verona ha inaugurato e curato l’esposizione internazionale “Van Gogh Alive – The Experience” un evento multimediale con oltre tremila immagini animate su maxischermi da cinquanta proiettori ad alta definizione e accompagnate con suono surround di qualità cinematografica, ideato dalla Società australiana Grande Exibition e prodotto da Time4Fun. Questo progetto a carattere itinerante è stato riproposto nel 2018 presso i Magazzini del Cotone del Porto Antico di Genova. Sempre in questo biennio 2017 e 2018 Bonomo ha realizzato tre nuovi spettacoli multimediali: “Nel Cielo di Michelangelo”, “ Sandro Botticelli, l’infinita giovinezza”e “Piero della Francesca, il mistero della vera Luce”. Inoltre nel 2018 ha anche inaugurato la mostra multimediale dal titolo “Impressionisti Francesi, da Monet a Cézanne”. Bonomo realizza e presenta spettacoli d’arte innovativi dove la creazione e la declinazione di diverse espressioni artistiche si amalgamano al fine di amplificare la percezione artistica, sensoriale, emotiva ed intellettiva di colui o colei che si presta ad ammirare questo genere di interessanti e coinvolgenti esposizioni. Proficue e riuscite sono le mostre che Bonomo organizza e presenta in collaborazione con la dottoressa Ferrari. Ora io mi metterò in contatto con il professor Giancarlo Bonomo per porgli le stesse domande che qualche anno fa posi all’allora direttore artistico del Mar di Ravenna, Professor Claudio Spadoni ed inoltre le stesse domande le porrò alla dottoressa Raffaella Rita Ferrari, con la quale Bonomo collabora di frequente.
– R.Savelli: “Innanzitutto la ringrazio professore per la sua disponibilità; dopo di che le chiedo perché il nostro Bel Paese, così ricco di tantissime opere d’arte, faccia fatica poi a riconoscere il giusto valore all’arte classica e all’arte contemporanea?”
-G.Bonomo: “Grazie a Lei dell’attenzione. Purtroppo è un’osservazione molto pertinente che denota una situazione che realmente fa riflettere e non rispecchia il nostro glorioso passato, non solamente sotto il profilo della creatività ma anche della tutela del patrimonio. Le risposte sono molteplici. Se da una parte i programmi educativi hanno privilegiato la formazione scientifica rispetto a quella umanistica, per una serie di luoghi comuni, legati alle possibilità di realizzazione lavorativa, dall’altra c’è da dire che le Istituzioni non si sono adoperate al meglio per una campagna di tutela e sensibilizzazione. La quota dal bilancio pubblico che destiniamo alla valorizzazione è sempre molto esigua e, molto spesso, vengono privilegiate aree del paese già ampiamente conosciute e consolidate sotto il profilo promozionale. Per cui assistiamo ad una concentrazione turistica e culturale nelle consuete città d’arte e realtà museali, a discapito di altre aree meno privilegiate perché decentrate. Ma, non per questo, meno importanti. Ho visto parchi archeologici quasi in abbandono e importanti istituzioni museali semi-deserte e prive di adeguate strutture. Senza contare le numerose opere cosiddette ‘minori’ che si trovano nei depositi dei musei in attesa di una opportuna catalogazione. Abbiamo un’Italia meravigliosa, ricca di Beni… ora è tempo che si accresca la nostra coscienza ed il senso di responsabilità per un patrimonio che sarà consegnato alle generazioni future, magari partendo da un’adeguata sensibilizzazione nelle scuole, nelle accademie (sempre carenti di fondi e strutture nei laboratori) ed università. E, a questo proposito, i tagli nell’orario delle materie umanistiche decretati negli anni recenti, non sono stati certo un buon segnale in questa direzione.”
-R.Savelli: “Il critico d’arte di una mostra da che cosa viene colpito, prima dall’intensità di un’opera o prima dalla personalità di un artista? Quanto è possibile separare l’opera artistica dall’artista?”
– G.Bonomo: “Un critico attento dovrebbe scindere l’aspetto umano da quello artistico. Spesso le opere sono dettate da un’ispirazione che travalica la vita stessa oppure da ragioni inconsce che l’artista neppure conosce. L’opera d’arte, quando è tale, ha una capacità di comunicazione che va oltre chi l’ha concepita. Possiamo così avere degli artisti eccellenti e virtuosi sotto il profilo umano che tuttavia si rivelano dei pessimi interpreti di se stessi e del mondo circostante. Per converso, vi sono artisti spregevoli umanamente che sono autori di capolavori assoluti. E un nome della storia come Caravaggio, ad esempio, sta lì a dimostrarlo. Le qualità umane, dunque, non sono garanzia di qualità artistica che procede in un proprio binario parallelo, svincolato da qualsiasi convenzione precostituita”.
-R.Savelli: “Può esistere la piena libertà nell’arte oppure questo aspetto rimane relegato nella intimità dell’artista?”
– G.Bonomo: “In linea teorica, l’artista autentico dovrebbe essere libero da dogmi, convenzioni ed imposizioni o regole di mercato, per quanto possa sembrare idealistica questa considerazione. Spesso, però, la storia antica e quella moderna hanno dimostrato il contrario, prima con le esigenze di papi e principi, poi con le mode effimere dei movimenti artistici e del collezionismo ‘rampante’, che ne hanno definito contorni e parametri. Diciamo che l’arte vera dovrebbe mantenere un legame sotterraneo con le ragioni del cuore che, come sappiamo, sono diverse da quelle della mente e del profitto. Sta all’artista la scelta, il libero arbitrio”.
– R.Savelli: “Un artista dei giorni nostri quanto si può sentire vicino agli artisti dei secoli passati? Intendo dire: l’animo di un artista può rimanere immutato oppure anche questo si modifica a seconda del contesto storico e ambientale?”
– G.Bonomo: “L’arte è una concatenazione di eventi consequenziali. Per cui, da un fenomeno o movimento ne deriva un altro, per ragioni sociali, antropologico-culturali, economiche o politiche. E’ inevitabile che l’arte sia lo specchio del tempo in cui si esprime e, per certi versi, è giusto sia così. Sarebbe anacronistico per un artista del 2020 dipingere le madonne o gli angeli alla maniera di Giotto o Cimabue, semplicemente perché quel tempo è già trascorso. E’ come se noi parlassimo, ora, il latino di Seneca o il volgare illustre di Dante. Sarebbe fuori luogo e pochi ci capirebbero. Questo però non toglie che ai giorni nostri un artista non debba considerare le esperienze passate. Nella dimensione dello Spirito esiste un punto focale dove s’incontrano il Tutto ed il Sempre. Ed un artista colto ed attento porta con sé la sommatoria esperienziale di coloro che lo hanno preceduto. Suo compito è dare continuità alla catena evolutiva in senso creativo proponendo, possibilmente, il nuovo.”
– R.Savelli: “La Luce nell’arte che funzione ha? Potrebbe mai esistere un’Arte dove sia negata la Luce e dove prevalga solo il buio?”
– G.Bonomo: “Nella vita reale la luce definisce il colore. Nella pittura, però, avviene l’esatto contrario. E’ il colore a suggerire la luce. L’arte senza Luce può senz’altro esistere. Mi vengono in mente le celebri stelle nere di Gilberto Zorio o le black flag di Robert Longo. Qui prevale decisamente il buio! Ma ciò che conta è l’Idea, il concetto mentale che prescinde ogni polarità di buio o di luce.”
– R.Savelli: “Il suono o la percezione di esso nell’arte che funzione ha? Potrebbe mai esistere un’Arte dove sia negato il suono o anche solo la percezione di questo attraverso l’immagine visiva?”
– G.Bonomo: ”Il suono è sempre suggerito nell’arte, anche quand’essa non si riferisce prettamente alla musica. Kandinsky sosteneva che il rosso è uno squillo di tromba, l’azzurro-cielo quello di un flauto, e così via. Sono suoni che si odono non con le orecchie ma con altri ‘Sensi’. In realtà, tutto ha una vibrazione, anche quando sembra – per nostra inadeguatezza – di non udire nulla. Il suono ha la funzione di complemento ideale, e giunge nel profondo attraverso un canale privilegiato. Pensiamo all’entusiasmo ed alle esaltazioni dei giovani ai concerti, ad esempio. O di ognuno di noi quando ascoltiamo un cd alla sera, in salotto. Emozioni, battiti del cuore, nostalgie, atmosfere, paesaggi che si delineano nella fantasia., Sono convinto che la musica, poi, sia la forma più immediata e fruibile di qualsiasi altra espressività. La musica arriva diretta. La pittura, la poesia, la scultura come altre forme, richiedono prima lo sforzo interpretativo della mente che le deve ‘tradurre’.”
– R.Savelli: “Se ipoteticamente fosse possibile attribuire un genere all’arte e all’artista, si potrebbe concludere che nell’arte l’essenza più incisiva sia di genere femminile oppure maschile. Quale dei due generi è capace di lasciare impronte più profonde lungo il selciato artistico?”
– G.Bonomo: “Se consideriamo che ognuno di noi possiede entrambi i Principi, uno femminile, l’Anima, e l’altro maschile, l’Animus (per dare dei nomi convenzionali), direi senz’altro entrambi, in complementarietà. Non credo alla caratterizzazione di genere.”
– R.Savelli: ”C’è ancora nell’Arte attuale e contemporanea un posto per Dio, inteso come Arte che voglia andare oltre le dimensioni terrene e temporali per addentrarsi in spazi infiniti e sovrumani?”
– G. Bonomo: ”Sicuro. Spazio per il divino c’è sempre. Lucio Fontana lo ha dimostrato attraverso i suoi celebri tagli che non sono nient’altro che finestre aperte verso l’infinito, alla ricerca di un possibile Dio, anche se nascosto. Nel nuovo millennio Dio viene evocato in altre forme, forse più sofisticate ed occulte. A noi il compito di individuarlo, perché le sue ragioni (e manifestazioni) sono infinite, non solo presenti nell’aspetto convenzionale della tradizione figurativa. Dio può rivelarsi anche nei gesti, negli sguardi delle performance artistiche individuali, così come nelle opere della logica astratta o dell’informalità.
-R.Savelli: “Lei professore collabora di frequente con la dottoressa Raffaella Rita Ferrari nell’organizzazione di mostre ed eventi di successo. Come è nato il vostro sodalizio artistico?”
– G.Bonomo: “E’ nato circa un anno fa, quando incontrai la Ferrari ad una mia presentazione. Mi colpì la sua carica umana, l’attenzione sincera verso gli altri e la puntualità di argomentazione sui temi dell’arte. Avevo da poco terminato l’esperienza multimediale con la mostra romana degli Impressionisti, e mi propose di collaborare per un progetto simile dedicato a Leonardo nell’ambito della prima edizione del Festival della Psicologia, patrocinato dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dall’Università di Trieste, con cui da tempo lei collaborava attivamente. Realizzammo l’evento multimediale nel novembre dello scorso anno, e per me fu la conferma delle sue capacità sia organizzative che di curatela sul campo, anche in virtù di una sua eccellente preparazione critica e storica. Fu così che nacque il sodalizio e la condivisone di un marchio comune, ‘Eclipsis Style Project’, che intende porre al centro la qualità degli eventi e dare un contributo fattivo alla didattica nel panorama contemporaneo con la realizzazione di cataloghi, tesi critiche e portfolio video.”
– R.Savelli: “La ringrazio gentile professor Bonomo per le due chiacchiere e mi congedo da lei chiedendole quali saranno i suoi prossimi impegni artistici.”
– G.Bonomo: “Con la collega Ferrari sono in cantiere degli eventi tematici di pittura e scultura contemporanea a Bologna, che per noi è vetrina ideale e città prediletta di elezione! Il suo vitalismo di città-laboratorio è uno stimolo per proposte sempre innovative. In campo multimediale, invece, abbiamo nel cassetto due progetti dedicati a Raffaello e Modigliani (il 2020 è per entrambi un anno celebrativo) che proporremo verosimilmente in alcune piazze nel corso di questa estate. In seguito, la prima edizione del Premio nazionale ‘I 101 di Eclipsis’ (patrocinato dai Club per l’UNESCO di Bologna e Udine) che avrà luogo in autunno, di cui sono tuttora aperte le iscrizioni, che vuol offrire un quadro quanto più esaustivo del panorama contemporaneo.
Rosetta Savelli
5 aprile 2020.-
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