È opinione diffusa che con il Festival dei Videoclip si è persa un'occasione per valorizzare il centro
Cosa c’entra un Festival all’aeroporto con il rilancio del centro storico?
Ecco la domanda che sta girando a Forlì, dopo che la quarta edizione di IMAGinACTION, il festival internazionale del videoclip, che si è tenuta non in centro (come tanti speravano e davano per scontato) ma all’aeroporto.
Ma, come sempre, prima di esprimere la propria opinione, vale la pena di attivare un po’ di analisi storica.
Perché su un Festival giunto alla quarta edizione, si può.
La prima edizione (nata dall’impegno dell’assessore Castorri e del sindaco Lucchi) si tenne a Cesena a fine estate 2017. Ospite d’onore Sting (e con lui, tra gli altri, Edoardo Bennato, Alex Britti, Luca Carboni, Carmen Consoli, Omar Pedrini, Skiantos, Antonello Venditti e Nina Zilli). Location: Teatro Bonci, Biblioteca Malatestiana, Teatro Verdi. Nel cuore del centro storico, quindi.
La seconda edizione si tenne sempre a Cesena nel 2018: ospite d’onore Mark Knoplfer (e con lui, tra gli altri, Red Canzian, Giusy Ferreri, Lorenzo Fragola, Ermal Meta, Francesca Michielin, Mousse T, Negrita, Gino Paoli, Maurizio Vandelli & Shell Shapiro). Nella stessa location dell’anno prima, portando migliaia di persone nei bar, ristoranti, negozi del centro.
La terza edizione (dopo uno scippo che a Cesena grida ancora vendetta), si è tenuta lo scorso anno a Ravenna. Ospiti d’onore Elisa, Nek, Guccini, Venditti, Amoroso, Pelù e Zampaglione. Location? Il Teatro Alighieri. Pieno centro storico, quindi.
E l’edizione 2020? Ospiti: Edoardo Bennato, Mario Biondi, Gigi D’Alessio, Leo Gassman, Fabrizio Moro, Andrea Morricone, Franco Simone, Noemi, Pinguino tattici nucleari, Renzo Rubino, Jack Savoretti, Sparks ma, soprattutto, la scelta di uscire dal centro storico per collocarsi in un aeroporto.
L’impressione è che per il centro si sia persa un’occasione importante. Ora, è vero che il Covid-19 impone a tutti di pensare con grande attenzione agli eventi in grado di richiamare pubblico e persone in massa. Ma siamo sicuri che 300/500 auto a finestrini aperti, strette l’una all’altra come all’orario di uscita da scuola dei figli, siano così sicure? E, soprattutto, siamo certi che la stessa quantità di persone (500/1.000) non fossero collocabili nelle piazze di Forlì mantenendo il distanziamento delle sedie (il recente Ravenna Festival ha insegnato a mezz’Italia come si fa), ma garantendo che, invece di tre ambulanti pronti a propinare panini e piadine (e per fortuna che c’erano) all’Aeroporto, a lavorare fossero negozianti, baristi e ristoratori del centro storico di Forlì, anche offrendo una ben migliore immagine della città?
Le domande però sono sempre le stesse: che c’azzecca col centro storico? Quei 100 mila euro potevano essere spesi in altro modo?
Soprattutto servirebbe una risposta dal centrodestra. È legittimo che ritenga che quella dell’ assessore Cintorino, che ha la delega al centro storico, sia la visione giusta. Però, a quel punto, dovrebbe spiegare perché a Cesena e Ravenna non risparmia critiche ai sindaci “comunisti” che depauperano il centro. È vero che in politica ormai vale tutto e il contrario di tutto, ma sarebbe difficile fare un triplo salto mortale con avvitamento.
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