Bilancio positivo per Fattore R, ma ora deve cambiare
Bilancio positivo per la quarta edizione di Fattore R. Ottima l’organizzazione, buona la conduzione, interessanti gli argomenti. Ma, soprattutto, di spessore gli stimoli arrivati che poi è quello che si chiede a eventi come questi: non devono essere autocelebrativi, ma indicare la linea che deve essere battuta. Questi sono i veri stimoli per i governi. Però è un peccato che ogni volta che si assiste a questi eventi si è portati a farsi la stessa domanda: perché la politica non parla di queste cose?
Era facile immaginare che ci si focalizzare sul Recovery fund e, più in particolare, sulla necessità di puntare, implementandola, sulla digitalizzazione.
Meno prevedibile che fosse messo sul tappeto quello che forse è il principale problema del sistema Italia: la capacità di saper realizzare i progetti. Allarme lanciato da Pietro Ferrari, presidente Bper, che ha detto: “Abbiamo molte idee, ma non sappiamo realizzarle”.
Ma a Roma (il governo) a molti saranno fischiate le orecchie durante l’intervento di Veronica De Romanis, economista, che ha lamentato la capacità di saper spendere nella direzione giusta per il rilancio del paese. Ha ricordato che le difficoltà arrivano da lontano, dalla crisi del 2008 pagata soprattutto dai giovani. “Le risorse- ha detto – vanno indirizzate su giovani, famiglie numerose e single. Mentre i governi continuano a puntare sulla previdenza tagliando invece su sanità e politiche sociali”.
Ha poi puntato l’indice accusatore contro tre forme di interventi che costano venti miliardi l’anno: 80 euro, quota cento e reddito di cittadinanza. Critiche sono state mosse anche ai provvedimenti decisi per il supporto all’economia. Criticati soprattutto i bonus perché “oltre la metà sono finiti alla parte più ricca della popolazione”. Ha quindi tirato le orecchie al governo sul mancato utilizzo del Mes e alle contraddizioni che lo circondano.
Bilancio dunque positivo anche per questa edizione di Fattore R, ma questo deve essere lo stimolo dal quale ripartire e, a tal proposito, significativa è la frase con la quale Nerio Alessandri, presidente e fondatore di Technogym, ha chiuso la sua intervista: se una cosa funziona vuol dire che è vecchia e deve essere innovata.
Il passo in avanti che il forum organizzato dalla fiera di Cesena riguarda la durata. Comprimerlo in mezza giornata è poco. Servono più giorni per affrontare meglio i problemi che vengono sollevati. Paolo Maggioli, presidente di Confindustria Romagna, ha sollevato il tema della necessità di avere una visione romagnola. Tema poi ripreso da Roberto Balzani, ex sindaco di Forlì. È un argomento importantissimo che non può essere compresso in pochi minuti. Avrebbe meritato un’intera sessione o, come minimo, una tavola rotonda. Invece sono state dedicate ad altri argomenti. Tutti di stretta attualità, ma non sufficientemente approfonditi proprio per mancanza di tempo. Lo stesso dicasi per il problema demografico, uno dei più gravi che ci sono in Italia e che è stato sollevato da Veronica De Romanis, ma che compresso in circa un minuto.
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