Il bilancio della settimana
CESENA. Anche la settimana che si sta concludendo è stata caratterizzata dall’emergenza Covid, situazione nella quale la politica non sta regalando perle di saggezza. Ma oltre ai problemi provocati dal virus è tornato ad affacciarsi un nuovo allarme provocato dagli attentati islamici. Questa volta è successo a Nizza. Episodio che, al di là della gravità e della preoccupazione che genera, porta a fare una riflessione (l’ennesima) sul ruolo dell’Europa e, soprattutto, sulle difficoltà che ancora (e sempre?) ci sono a causa delle diverse sensibilità. Si scrive così, ma si pronuncia interessi. Difficoltà che erano emerse ancora prima degli attentati. L’unica buona notizia arriva da Forlì con la riapertura dell’aeroporto.
Attentati e divisioni nella Ue. Per la verità le divisioni tra gli stati membri dell’Ue erano emerse con forza nel violento scontro verbale tra Parigi e la Turchia, altro elemento che ha caratterizzato questa settimana. Un confronto nel quale Francia e Germania, il motore europeo, non hanno avuto lo stesso approccio, situazione che provoca uno stallo e porta l’Unione a dare una risposta insufficiente. Non è la prima volta che succede. Questo perché Angela Merkel vuole mantenere un rapporto di dialogo con Ankara. Il problema sono i migranti. Fu la leader tedesca, quattro anni fa, a spingere perché l’Europa firmasse con la Turchia il patto sui migranti: finanziamenti europei dei progetti turchi in cambio dell’impegno di Erdogan di fermare i flussi dei migranti dai Balcani diretti soprattutto in Germania. Accordo che diede e continua a dare ad Ankara margini di pressione infiniti.
Covid. La pandemia cresce. Che arrivasse la seconda ondata era scontato anche alla luce del comportamento da liberi tutti tenuto nel periodo estivo. Il quadro generale (oltre la sanità) poi è peggiorato anche perché manca quel clima di unità che c’era in primavera. Inoltre piove sul bagnato, nel senso che affrontiamo il momento più difficile della storia repubblicana con un basso grado del livello della politica. Difficile prevedere cosa succederà con esattezza i prossimi giorni. Probabilmente è una domanda alla quale nessuno sa dare una risposta. Anche perché adesso sta prendendo corpo una nuova linea di pensiero: meglio una chiusura totale o quasi, ma limitata nel tempo, piuttosto che un blocco morbido, ma più duraturo. Indicazione che arriva dal Fmi, Fondo Monetario Internazionale. Vedremo.
Aeroporto di Forlì. Una bella scommessa. La struttura forlivese riparte grazie ai privati. Certo, il momento non è dei migliori, ma aver evitato il rinvio del taglio del nastro è una nota di merito. Forse è il modo migliore per rodarsi per essere pronti in vista dell’estate. Gli imprenditori ci hanno messo dei soldi loro e veri e guardano con fiducia al futuro. Anche se bisognerà capire come sarà il trasporto aereo nel dopo pandemia. Ritengono che a regime (2025) lo scalo porterà 1.500 posti di lavoro e 100 milioni di indotto. Intanto la Regione garantisce che arriveranno dodici milioni da utilizzare per i lavori.
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