I primi voli in dicembre
Non sono visionari e sognatori gli imprenditori che hanno scommesso sul rilancio dell’aeroporto di Forlì. Sono manager che sanno fare i conti e hanno scommesso su un progetto industriale. Certo, avessero avuto la sfera di cristallo e saputo che sarebbe arrivato il Covid, forse avrebbero riflettuto molto di più prima di prendere la decisione. Però si poteva prevedere di tutto fuorché arrivvasse una pandemia con la quale ancora bisognerà convivere, anche a livello industriale.
Fra l’altro il trasporto aereo è uno dei settori più colpiti. Ma l’apprensione non è dettata dalla risposta che ci sarà nel periodo in cui il Covid terrà sotto scacco il pianeta, ma da come sarà il dopo epidemia. Prima che il virus stravolgesse vita e abitudini delle persone i voli low cost stavano diventando i padroni dei cieli. Come sarà la situazione quando il virus sarà stato sconfitto?
In teoria tutto dovrebbe tornare come prima ed anche in tempi abbastanza brevi soprattutto in considerazione del fatto che dopo oltre un anno di quarantena le persone avranno voglia di dare libero sfogo a quella voglia di viaggiare incentivata proprio dal contenimento del costo del trasporto aereo. Anche in presenza di un ritorno al passato però è lecito chiedersi se in un asse lungo 250 chilometri ci sarà spazio per cinque aeroporti: Ancona, Rimini, Forlì, Bologna e Parma. Ma soprattutto, ci sarà spazio per due scali romagnoli? È questa la domanda delle cento pistole.In questa fase, intanto, sarà importante vedere chi ha la forza di resistere.
Gli imprenditori che vogliono rilanciare Forlì pare non abbiano dubbi sulla bontà del loro investimenti. Non fosse stato così non ci avrebbero messo i loro soldi, veri e neanche pochi. E se hanno deciso di fare questo passo significa che sono supportati da quei numeri che da una vita hanno sempre saputo mettere in riga. Comunque è fuori di dubbio che il progetto debba prevedere un profondo restyling dello scalo forlivese. A partire da un potenziamento degli spazi commerciali che sono un’importante fonte di reddito degli aeroporti e che a Forlì invece sono pochissimi. Comunque, rispetto a quando lo scalo chiuse, sono migliorati sia per le attività commerciali che per la gradevolezza degli spazi. Punta sull’identità romagnola. Intelligente inoltre la mossa di coinvolgere le associazioni di categoria, Confesercenti e Confcommercio.
Poi servirà potenziare i collegamenti con la Riviera. La distanza non sarebbe un problema in presenza di collegamenti funzionanti. Lo testimonia quello che succede a Parigi: lo scalo che usa Ryanair è ad un’ora di distanza dalla capitale francese, ma gli aerei della compagnia irlandese sono sempre pieni.
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