Portico di Romagna: paese della famiglia di Beatrice Portinari

Seconda tappa dell'itinerario dantesco nella valle dell'Acquacheta a cura di Marco Viroli e Gabriele Zelli

Foto Dervis Castellucci

Proseguendo sul percorso che ci porterà a Terra del Sole, il paese che si incontra è Portico di Romagna. Un’escursione all’interno del centro abitato equivale a una passeggiata nella storia, a cominciare dalla rocca, situata nella parte più elevata, di cui restano notevoli vestigia. Dentro al perimetro del castello è collocata la Chiesa di Santa Maria in Girone che conserva diverse opere su tela di scuola romagnola del XVII-XVIII secolo. A fianco si innalza il Palazzo del Podestà sul quale spicca lo stemma mediceo. Al centro del paese si trova la Chiesa della Compagnia (secolo XV) in cui si venera la “Madonna del Sangue”, raffigurata su una tavola attribuita a Lorenzo di Credi (1459 – 1537). Lungo il corso principale, che si percorre in pochi minuti, si notano palazzi di un certo prestigio che ci ricordano che a Portico, durante le lotte medievali, trovarono ospitalità alcune nobili famiglie. Tra questi edifici va segnalato Palazzo Portinari che la tradizione vuole appartenesse a Folco Portinari (1222? – 1289), padre di Beatrice, la donna venerata da Dante Alighieri. Dalla parte opposta si trova Palazzo Traversari sulla cui facciata è appesa una lapide dedicata ad Ambrogio Traversari (1386 – 1439), priore generale dei Camaldolesi, umanista e diplomatico del XIV secolo. Attraversando il borgo si giunge al Ponte della Maestà, una costruzione a unica arcata a schiena d’asino, eretta nel Medioevo per attraversare il Montone, che prende nome dal piccolo Oratorio posto sul lato opposto del fiume.
Il paese potrebbe trarre nome e origine da una colonia di romani che sul posto avrebbero costruito un portico per proteggere le attività mercantili. Il territorio fu patrimonio della Santa Sede che lo concedette agli arcivescovi di Ravenna che a loro volta lo passarono prima ai vescovi di Forlimpopoli e poi ai monaci dell’Abbazia di San Benedetto in Alpe. Si deve all’imperatore Federico Barbarossa (1122 – 1190) l’assegnazione di Portico in feudo ai Conti Guidi del ramo di Dovadola.
Marcovaldo Guidi, figlio di Ruggero II, nel 1306 tentò inutilmente di ribellarsi a Firenze. Tuttavia gli abitanti del borgo, sebbene avessero giurato fedeltà, non si sottomisero, tanto che nel 1376, per sedare la rivolta, entrarono in azione eserciti fiorentini capitanati in periodi successivi da Benghi de’ Buondelmonti e da Coppo Stefani (1336 – 1385), che lasciò un resoconto della vicenda nelle sue “Istorie”.
“Il conte Malatesta, detto il Tiranno”, scrive lo storico Pier Luigi Farolfi, “fece di nuovo ribellare Portico ai Fiorentini, ma con poca fortuna, poiché questo castello – essendo continuamente fatto segno da parte dei vicini feudatari e specialmente dei Manfredi di Faenza – decise di sottomettersi formalmente a Firenze” cacciando il 24 ottobre 1440 i rappresentanti del conte Guelfo, figlio di Malatesta.
Da allora il capoluogo toscano inviò a Portico il podestà e il capitano del popolo. Nel 1398 vi operò, come capitano della Provincia di Firenze, il celebre novelliere Franco Sacchetti (1335 – 1400) che qui compose anche alcune novelle.

Santa Maria in Girone foto di Dervis Castellucci

Beatrice Portinari: donna m’apparve, sotto verde manto
“Sovra candido vel cinta d’uliva / donna m’apparve, sotto verde manto / vestita di color di fiamma viva” (Purgatorio, Canto XXX – vv. 30- 33, descrizione del vestiario di Beatrice alla sua apparizione).
La maggior parte degli studiosi individua in Bice di Folco Portinari la Beatrice amata da Dante Alighieri. Anche lo scrittore Giovanni Boccaccio (1313-1375), nel commento alla “Divina Commedia”, fa esplicitamente riferimento alla giovane, anche se vi è chi successivamente ne ha messo in dubbio la reale esistenza. Solo il testamento del padre Folco, datato 1287, parla di un lascito in denaro alla figlia Bice maritata a Simone de’ Bardi.
Folco Portinari fu un banchiere molto ricco e in vista nella città di Firenze, ove si trasferì dalla natia Portico. Nella città sull’Arno fu fondatore di quello che tutt’oggi l’ospedale di Santa Maria Nuova, il principale nosocomio nel centro cittadino. Visse in una casa vicina a quella della famiglia Alighieri ed ebbe sei figlie, fra queste Beatrice la cui data di nascita è stata ricavata dagli studiosi in analogia a quella di Dante (coetanea o di un anno più piccola del poeta, che si crede sia nato nel 1265). L’anno della scomparsa di Beatrice è stata desunta dalla “Vita Nuova”, la prima opera certa attribuita al poeta. Altre notizie biografiche riguardanti Beatrice provengono anch’esse da questo libro, come la descrizione dell’unico incontro con Dante, il saluto e il fatto che i due non si scambiarono mai parola.

Ponte della Maestà foto di Dervis Castellucci

Rocca San Casciano: una piazza triangolare come cuore
Da Portico di Romagna si scende a Rocca San Casciano, paese sovrastato dai resti della rocca, antica fortificazione duramente colpita e danneggiata dal terribile terremoto del 1661. Il cuore del paese è piazza Garibaldi, a forma triangolare, esistente sin da epoca medioevale, sulla quale si erge il Palazzo Pretorio. Sulla torre dell’edificio è posizionato un orologio datato fine Cinquecento e una campana. Poco distante si trova la Chiesa del Suffragio, costruita dopo il terribile terremoto del 1661, che conserva un tondo di terracotta invetriata della scuola dei Della Robbia del XV secolo e un bassorilievo romanico in cui la tradizione popolare identifica l’abbraccio dei santi Donnino ed Ellero, provenienti dall’Abbazia di San Donnino, eretta su un colle limitrofo al paese, una delle più antiche e potenti della Romagna-Toscana, nonché una “Trinità” di Giovanni Stradano (XVI secolo) e un crocifisso ligneo del XV secolo.
Nella Chiesa di Santa Maria delle Lacrime, situata a poche decine di metri dalla piazza, è venerata la “Madonna delle Lacrime”, la cui immagine, ritenuta miracolosa, è raffigurata in una bella terracotta dipinta nel 1500. Nello stesso luogo si possono ammirare un crocifisso ligneo del XIV secolo e un fonte battesimale in marmo datato 1450.
Il ponte “vecchio” che attraversa il fiume Montone risale invece al 1600 circa. Si tratta di una costruzione a due archi, originariamente realizzata a schiena d’asino, modificata in tempi moderni per consentire il passaggio del traffico automobilistico.

Foto Tiziana Catani

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Marco Viroli

Marco Viroli è nato a Forlì il 19 settembre 1961. Scrittore, poeta, giornalista pubblicista, copywriter, organizzatore di eventi, laureato in Economia e Commercio, nel suo curriculum vanta una pluriennale esperienza di direzione artistica e organizzazione di mostre d’arte, reading, concerti, spettacoli, incontri con l’autore, ecc., per conto di imprese ed enti pubblici. Dal 2006 al 2008 ha curato le rassegne “Autori sotto la torre” e “Autori sotto le stelle” e, a cavallo tra il 2009 e il 2010, si è occupato di pubbliche relazioni per la Fondazione “Dino Zoli” di arte contemporanea. Tra il 2010 e il 2014 ha collaborato con “Cervia la spiaggia ama il libro” (la più antica manifestazione di presentazioni librarie in Italia) e con “Forlì nel Cuore”, promotrice degli eventi che si svolgono nel centro della città romagnola. Dal 2004 è scrittore e editor per la casa editrice «Il Ponte Vecchio» di Cesena. Autore di numerose prefazioni, dal 2010 cura la rubrica settimanale “mentelocale” sul free press settimanale «Diogene», di cui, dal 2013, è anche direttore responsabile. Nel 2013 e nel 2014, ha seguito come ufficio stampa le campagne elettorali di Gabriele Zelli e Davide Drei, divenuti poi rispettivamente sindaci di Dovadola (FC) e Forlì. Nel 2019 ha supportato come ufficio stampa la campagna elettorale di Paola Casara, candidata della lista civica “Forlì cambia” al Consiglio comunale di Forlì, centrando anche in questo caso l’obiettivo. Dal 2014 al 2019 è stato addetto stampa di alcune squadre di volley femminile romagnole (Forlì e Ravenna) che hanno militato nei campionati di A1, A2 e B. Come copywriter freelance ha collaborato con alcune importanti aziende locali e nazionali. Dal 2013 al 2016 è stato consulente di PubliOne, agenzia di comunicazione integrata, e ha collaborato con altre agenzie di comunicazione del territorio. Dal 2016 al 2017 è stato consulente di MCA Events di Milano e dal 2017 al 2020 ha collaborato con la catena Librerie.Coop come consulente Ufficio Stampa ed Eventi. Dal 2016 al 2020 è stato fondatore e vicepresidente dell’associazione culturale Direzione21 che organizza la manifestazione “Dante. Tòta la Cumégia”, volta a valorizzare Forlì come città dantesca e che culmina ogni anno con la lettura pubblica integrale della Divina Commedia. Da settembre 2019 a dicembre 2020 è stato fondatore e presidente dell’associazione culturale “Amici dei Musei San Domenico e dei monumenti e musei civici di Forlì”. Da dicembre 2020 è direttore artistico della Fabbrica delle Candele, centro polifunzionale della creatività del Settore delle Politiche Giovanili del Comune di Forlì. PRINCIPALI PUBBLICAZIONI Nel 2003 ha pubblicato la prima raccolta di versi, Se incontrassi oggi l’amore. Per «Il Ponte Vecchio» ha dato alle stampe Il mio amore è un’isola (2004), Nessun motivo per essere felice (foto di N. Conti, 2007) e "Canzoni d'amore e di funambolismo (2021). Suoi versi sono apparsi su numerose antologie, tra cui quelle dedicate ai Poeti romagnoli di oggi e… («Il Ponte Vecchio», 2005, 2007, 2009, 2011, 2013), Sguardi dall’India (Almanacco, 2005) e Senza Fiato e Senza Fiato 2 (Fara, 2008 e 2010). I suoi libri di maggior successo sono i saggi storici pubblicati con «Il Ponte Vecchio»: Caterina Sforza. Leonessa di Romagna (2008), Signore di Romagna. Le altre leonesse (2010), I Bentivoglio. Signori di Bologna (2011), La Rocca di Ravaldino in Forlì (2012). Nel 2012 è iniziato il sodalizio con Gabriele Zelli con il quale ha pubblicato: Forlì. Guida alla città (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2012), Personaggi di Forlì. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2013), Terra del Sole. Guida alla città fortezza medicea (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2014), I giorni che sconvolsero Forlì («Il Ponte Vecchio», 2014), Personaggi di Forlì II. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2015), Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna («Il Ponte Vecchio», 2016), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna volume 2 («Il Ponte Vecchio», 2017); L’Oratorio di San Sebastiano. Gioiello del Rinascimento forlivese (Tip. Valbonesi, 2017), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna, vol. 3 («Il Ponte Vecchio», 2018). Nel 2014, insieme a Sergio Spada e Mario Proli, ha pubblicato per «Il Ponte Vecchio» il volume Storia di Forlì. Dalla Preistoria all’anno Duemila. Nel 2017, con Castellari C., Novara P., Orioli M., Turchini A., ha dato alle stampe La Romagna dei castelli e delle rocche («Il Ponte Vecchio»). Nel 2018 ha pubblicato, con Marco Vallicelli e Gabriele Zelli., Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol.1 (Ass. Cult. Antica Pieve), cui ha fatto seguito, con gli stessi coautori, Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol. 2-3-4 (Ass. Cult. Antica Pieve). Nel 2019, ha pubblicato con Flavia Bugani e Gabriele Zelli Forlì e il Risorgimento. Itinerari attraverso la città, foto di Giorgio Liverani,(Edit Sapim, 2019). Sempre nel 2019 ha pubblicato a doppia firma con Gabriele Zelli Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna volume 4 («Il Ponte Vecchio») e Forlì. Guida al cuore della città (foto di F. Casadei, Diogene Books). Con Gabriele Zelli ha inoltre dato alle stampe: La grande nevicata del 2012 (2013), Sulle tracce di Dante a Forlì (2020), in collaborazione con Foto Cine Club Forlì, Itinerario dantesco nella Valle dell’Acquacheta (2021), foto di Dervis Castellucci e Tiziana Catani, e I luoghi di Paolo e Francesca nel Forlivese (2021), foto di D. Castellucci e T. Batani. È inoltre autore delle monografie industriali: Caffo. 1915-2015. Un secolo di passione (Mondadori Electa, 2016) e Bronchi. La famiglia e un secolo di passione imprenditoriale (Ponte Vecchio, 2016).