Sburocratizzare si può

Adesso c'è anche un esempio concreto

CESENA. “Banda larga, otto mesi per un cantiere” è il titolo di apertura de “Il Sole 24 Ore” di oggi che sottolinea che per l’avvio dei lavori sono necessarie autorizzazioni da sei enti diversi, problema che non è stato risolto dai decreti Semplificazioni e Scavi. Chissà se i dotti, medici e sapienti riuniti al capezzale dell’Italia malata leggeranno il principale quotidiano economico e se avranno la bontà di inserire il tema della burocrazia tra le emergenze da risolvere. Perché è un problema che può essere risolto. Sempre impossibile, ma è’ così. C’è chi è riuscito.

A farlo è stato Giovanni Legnini, uno dei politici italiani più bravi che abbiamo. Non a caso qualunque posto abbia occupato ha portato a casa risultati positivi. Adesso è commissario per la ricostruzione delle Marche. Ha promesso che in primavera le Marche terremotate diventeranno il più grande cantiere d’Europa. Per arrivare a quell’obiettivo, da persona pragmatica qual è, ha messo d’accordo tutti su un concetto chiaro, semplice ed efficace: per ripartire bisogna sburocratizzare. Ma non si è limitato a una semplice enunciazione, è  passato dalle parole ai fatti. L’ordinanza 100 per la semplificazione ha sbloccato la presentazione dei progetti di ricostruzione, i poteri straordinari in deroga per i sindaci hanno permesso di superare tante, fin troppe situazioni arenate nel pantano della burocrazia, di leggi e leggine ordinarie che con una catastrofe come il terremoto hanno ben poco a che vedere.

Per riuscirci quindi non ha fatto niente di straordinario, si è solo armato di tantissima buona volontà facendo quello che il buonsenso consigliava. Questo significa che quel mostro che si chiama burocrazia può essere battuto. Per riuscirci non serve cercare di stupire con effetti speciali, ma fare le cose semplici. Ma è necessaria anche la determinazione dei politici/amministratori che il più delle volte hanno la colpa di arrendersi.

In campagna elettorale sono dei leoni, poi prevale il fatalismo. Ma bisogna rendersi conto che il mondo non è governato da una necessità ineluttabile e del tutto estranea alla volontà e all’impegno dell’uomo. Quindi è sbagliato un atteggiamento di rassegnata passività agli eventi. Quelli vanno combattuti e indirizzati opponendosi con atti di volontà. Non con leggine insipide. Il destino può anche non essere cinico e baro.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

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