

La verità è che quando sento dei politici che attaccano i loro elettori mi salta la mosca al naso. Per forza che il PD è al 14%. Continuiamo così e finiremo a comporre i prefissi telefonici di Milano col naso.
Bisogna essere dei geni del male per trasformare in eroi popolari dei politici di destra, con politiche di destra, per l’incapacità di fare una cosa semplice e banale: ascoltare i cittadini. Non dargli ragione, si badi: ascoltarli.
I politici che ho conosciuto a inizio carriera, gli ultimi della Prima Repubblica, erano quelli che si presentavano alle assemblee degli agricoltori con impavido coraggio.
Gli agricoltori romagnoli, si sa, sono gente non molto diplomatica, che fa una vita dura. sostiene i propri diritti con una comprensibile dose di concitazione.
Mai, e dico mai, ho visto un politico di quella generazione mettersi a litigare con i suoi elettori in una di quelle assemblee. Volavano parole grosse, bestemmie, pugni sul tavolo. Mai una replica fuori luogo.

Il politico ascoltava, li lasciava sfogare e poi, quando la situazione si era calmata, diceva la sua. Pacatamente, portava la voce della ragione. Ed era una voce di sinistra.
Lo dico da giornalista: secondo me se vuoi fare il politico — e nello specifico il politico di sinistra — devi sapere fare una cosa, una cosa sola: ascoltare i cittadini, possibilmente mantenendo la calma e il sorriso sulle labbra. E poi rispondere, magari con i fatti e non solo con le parole. Magari di persona, e non sui social.
Anche nella bufera. Anche tra gli insulti.
Se no finisce che quelli che adesso si incazzano, domani chiudono la comunicazione. Voltano pagina. E non la riaprono più.
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1 thought on “Chi vuole fare il politico impari a non insultare i suoi elettori”