A 84 anni continua ad essere protagonista della vita politico/amministrativa
CESENA. Passano gli anni, cambiano governi e sindaci, ma lui è sempre in sella. Domenico Scarpellini è inossidabile. Due anni fa quando Enzo Lattuca, nuovo sindaco, non lo confermò alla guida del mercato ortofrutticolo per il manager cesenate sembrava fosse arrivato il momento della pensione. Se non altro per la sua età, aveva 82 anni. Niente di più sbagliato. Per Domenico non era ancora arrivato il momento di passare le giornate a leggere il giornale ai giardini pubblici. Subito si riciclò occupando un ruolo di primissimo piano nello Ior cesenate ed ora è uno dei padri dell’innovativo centro previsto nei locali della ex scuola elementare di San Cristoforo.
Una vitalità davvero invidiabile quella di Scarpellini ( è stato anche presidente del Rotary) che è stato protagonista del mondo politico/amministrativo degli ultimi 40 anni. Di scuola Dc, è stato punto di riferimento soprattutto del mondo agricolo. Oltre ad essere il direttore del Consorzio Agrario è stato presidente della fiera e del mercato ortofrutticolo. Un presidente operativo. Era il numero uno anche di fatto. Decideva le strategie e guidava la parte operativa. Bravo soprattutto a tenere sotto controllo i conti. Se, in un periodo abbastanza difficile, la fiera di Cesena ha sempre avuto i conti in ordine e resistito alle bufere è proprio grazie a Scarpellini che ha sempre adottato la filosofia del buon padre di famiglia: spese sotto controllo e nessun salto nel buio. La sua filosofia di bilancio era quella dell’accantonamento. I consiglieri del cda raccontano che per tenere sotto controllo i conti accantonava ovunque fosse possibile.
Fare sistema era l’altra sua filosofia. È sempre stato convinto che tutti gli attori del territorio debbano trovare un accordo e remare dalla stessa parte perché solo in quel modo si possono raggiungere risultati importanti. Una visione ecumenica, un po’ datata, probabilmente retaggio anche della scuola democristiana, ma che ha una ragione d’essere. Il centro che nascerà a San Cristoforo è figlio proprio di quella filosofia.
Da rivedere la gestione del divorzio dalla Fiera. Il Comune decise il suo avvicendamento non per demeriti, ma perché doveva iniziare una nuova storia: spostare Macfrut. Scarpellini fece un arrocco inutile anche perché Macfrut era indifendibile e tenerlo a Cesena nel medio/lungo termine sarebbe stato pericoloso.
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