Nel Cervese è nata una nuova parte di città. Ora servono i servizi
CESENA. Riparte il Montefiore. Questa mattina il taglio del nastro dopo un importante intervento. L’investimento è stato di quaranta milioni di euro sull’intera area, quindi compresa anche la costruzione della nuova caserma dei carabinieri. Per quanto riguarda il centro commerciale è stata costruita una nuova ala perfettamente integrata con la galleria commerciale esistente. Sono tante le novità, a partire dall’ampliamento da 2.500 a 4mila metri quadri dello spazio occupato dal negozio alimentare. Unieuro si trasferisce nella nuova ala, aumentando la superficie di vendita. Raddoppia l’offerta commerciale, con l’ingresso di marchi di tendenza tra cui King Sport, Terranova, Calliope. Divarese, Casa Croff, Satur Casalinghi, Nuna Lie, Kenovo e Fiorella Rubino. Nuovo parcheggio interrato da 400 posti. L’obiettivo è portare l’affluenza da circa 2,5 milioni a tre milioni di clienti all’anno.
Ma quello previsto questa mattina è molto di più del taglio del nastro di una importante struttura commerciale. E’ il primo di alcuni passaggi che sanciranno in maniera definitiva l’allargamento della città. Gli altri saranno l’apertura della caserma dei carabinieri (entro l’estate) e il nuovo ospedale. Percorso iniziato verso la fine degli anni Novanta e che terminerà dopo un quarto di secolo. Cinque lustri nei quali Cesena è cambiata in modo radicale. Ma mentre altre zone si sono soprattutto riqualificate o potenziate e allargate, il Cervese Sud ha cambiato completamente volto. Là, dove c’era l’erba, ora c’è una città.
Il primo passo fu proprio il Montefiore. Poi la Gronda Bretella. Ora l’ampliamento di quello che è molto più che un centro commerciale. Poi il nuovo ospedale. A quel punto mancherà solo la variante di Calabrina, opera che non sembra più rinviabile, anche alla luce dello crescita che ha conosciuto quella parte di città. Del resto è indubitabile che lo sviluppo debba prevedere anche una crescita dei servizi. Questo vale sempre e comunque, ma soprattutto in un momento storico in cui il decentramento è fondamentale in quanto si ragiona sempre più su un assetto urbanistico che rilanci il quartiere come luogo di vita dove qualunque servizio essenziale è raggiungibile in 15 minuti a piedi.
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