Come proporre e difendere le proprie idee
CESENA. Si nasce incendiari e si finisce pompieri è una frase di Pitigrilli sempre molto attuale. Ora finisce è sostituito con muore, cambiano i fattori, ma non il prodotto. Però va applicata solo se significa puntare sull’esperienza.
E’ vero che quando si è giovani si ha un’energia maggiore e si è anche più impulsivi. Però c’è una visione sbagliata: muoversi con meno agilità e in modo più riflessivo non è sinonimo di minor ardore e, soprattutto, di una determinazione inferiore. Anzi, di solito, l’esperienza aiuta a fare le scelte giuste. Il problema invece potrebbe essere se la frase di Pitigrilli fosse coniugata frenando le convinzioni. E’ giusto essere educati, va meno bene rinunciare ad essere se stessi.
Il vero errore è cercare di tenere i piedi su più staffe. Va da sé che nella vita non ci possano essere dogmi. Ha ragione chi sostiene che solo i cretini non hanno dubbi. Questo non significa giustificare i contorsionismi, quello è opportunismo. L’importante è agire sempre con una totale onestà intellettuale e comportandosi in modo adeguato. Chi sceglierà questo stile avrà anche più forza per portare avanti le proprie idee. Partendo però dalla convinzione che nessuno è depositario della verità e, quindi, essendo pronto a mettersi in discussione. Che non significa essere un equilibrista, ovvero rinunciare alle proprie convinzioni per il quieto vivere.
Però non serve neppure affrontare la vita a muso duro, come cantava Bertoli, essere se stessi ed essere determinato ad esserlo non significa dover diventare antipatico. Cosa che, per la verità, è abbastanza frequente. Tutto sta nel modo di porsi, su come portiamo avanti le nostre convinzioni.
E’ un tema centrale anche nel giornalismo. Un prodotto editoriale deve essere identitario. E, senza negare spazio a nessuno, per riuscirci deve proporre la propria idea, la propria visione. Proporre, difendere, ma non imporre. Il problema è tutto qui. Nel giornalismo, come nella vita, proporre la propria idea (difendendola) significa confrontarsi. Tentare di imporla, magari cercando di alzare i decibel della voce o l’asticella dei comportamenti, ha un retrogusto amaro.
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