Prima della pandemia il comparto era in continua crescita
La seconda giornata del Vinitaly, il lunedì, è solitamente quella che fa registrare la maggiore affluenza business. Infatti, storicamente, questa è la giornata di chiusura settimanale di molti fra ristoranti, bar, pub, ecc. e così gestori e addetti del settore ne approfittano per fare visita all’evento veronese (in corso da domenica, fino a mercoledì 13) molti dei quali hanno fatto tappa agli stand e alle aziende presenti all’interno del padiglione 1 Emilia-Romagna.
Lo spazio curato da Enoteca Regionale Emilia Romagna è stato anche il palcoscenico per fare il punto sull’enoturismo regionale, sempre più radicato nelle aziende vitivinicole e in forte espansione mettendo in rete tutte le peculiarità distintive che connotano l’Emilia-Romagna, attraverso il portale www.enoturismoemiliaromagna.it, che ha l’obiettivo di favorire il turismo enogastronomico mettendo in contatto i produttori con persone che amano viaggiare e scoprire le tipicità regionali. Un sistema multicanale che consente di prenotare online le visite semplicemente utilizzando uno smartphone, un tablet o il pc.
Sottolinea il presidente di Enoteca Regionale Emilia-Romagna, Giordano Zinzani: «Attualmente il portale, fra cantine e acetaie, propone oltre 40 esperienze e pacchetti, già prenotabili, oltre alla possibilità di visitare l’Enoteca all’interno dei sotterranei Rocca di Dozza. Crediamo molto nell’enoturismo come uno dei motori per far ripartire l’economia. Enoteca Regionale è in prima fila per attirare visitatori provenienti da tutto il mondo, coinvolgendoli una serie di esperienze che fanno scoprire le bellezze di una regione che offre una varietà di stili vitivinicoli tra Emilia e Romagna. Con il sistema multicanale Enoturismo Emilia Romagna riusciremo a intercettare sia un’utenza italiana sia internazionale che sta pianificando il proprio viaggio, ma anche i turisti sul posto che individuano le cantine e le aziende emiliano-romagnole grazie alla geolocalizzazione. I nostri associati, con cui organizziamo workshop e altre iniziative, hanno accolto molto positivamente il progetto e stanno aderendo alla piattaforma sempre più numerosi, aprendo le loro porte ai winelover con visite guidate e degustazioni. I risultati sono soddisfacenti e questo ci rende ottimisti sul futuro dell’enoturismo regionale».
Secondo i dati di UNWTO, l’Organizzazione mondiale del turismo, fino al 2019 gli arrivi di turisti interessati al cibo e vino in Italia sono stati in continua crescita. Con l’arrivo della pandemia si è registrata una battuta di arresto e le previsioni del marzo 2020 ipotizzavano perdite del 70% per il resto del 2020 e parte del 2021.
Con il migliorare della situazione sanitaria l’Italia è tornata ad accogliere turisti soprattutto nelle zone costiere e, tra questi, anche gli enoturisti. La guerra ha sconvolto nuovamente i programmi ma restano segnali ottimistici per il comparto che, tuttavia, ha acquisito nuove caratteristiche. In primo luogo c’è stata una riduzione della booking window, cioè si prenota poco prima di raggiungere le destinazioni e si rimane in vacanza per più tempo probabilmente per l’effetto dello smart working che consente di prolungare la permanenza media. In epoca pre-Covid, inoltre, il raggio di provenienza si era abbassato da 1.100 Km a 420 Km, ma anche sotto questo aspetto si sta tornando alla situazione pre-pandemica.
Secondo il report Winesuite Divinea del 2022, il valore del mercato enoturistico italiano è di 2,7 miliardi di euro, con un numero di visitatori di 15 milioni. In base ai dati forniti da Divinea e FIVI, le degustazioni tradizionali sono il 71% rispetto al totale delle proposte enoturistiche.
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