Di seguito la lettera aperta firmata da una settantina di medici, psichiatri e professionisti italiani sul tema delle dotazioni previste dalle modifiche al regolamento della Polizia municipale del Comune di Forlì, in particolare la previsione di dotare gli agenti di bastoni estensibili come strumento nel caso di esecuzione di trattamenti sanitari obbligatori.
BASTONE LUNGO E PENSIERO CORTO
Stando a quanto riportato sulla stampa locale, alcune dichiarazioni del Vicesindaco del Comune di Forlì in commissione consiliare, per motivare la proposta di dotare la polizia municipale di “bastoni estensibili”, appaiono davvero molto gravi.
Forte della sua delega alla sicurezza, ha informato i consiglieri di questa proposta di acquisto di bastoni estensibili, dichiarandoli attrezzi utili in particolare per la esecuzione del Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO).
La gravità di questa dichiarazione, da parte del vicesindaco, stà nel tradire se non ignorare, il dettato e prima ancora lo spirito della legge di riforma sanitaria del 1978, in materia di assistenza psichiatrica, la delibera regionale dell’applicazione della legge con l’istituzione dei Dipartimenti di salute mentale e Dipendenze patologiche (Dsm-Dp), il regolamento regionale e aziendale per la proposta e l’esecuzione del Trattamenti sanitari obbligatori (TSO).
La cosa ancora più grave è il misconoscere le buone pratiche dei Dipartimenti di salute mentale (DSM) dei Comuni limitrofi appartenenti alla stessa Ausl.
Tanta non conoscenza delle leggi nazionali, regionali e aziendali è davvero inammissibile se si ricopre un ruolo istituzionale.
Quando si ignorano le leggi e i regolamenti vigenti in un paese democratico e civile, riconosciuto dall’organizzazione mondiale della sanità (OMS) come esemplare a livello mondiale, si corre il rischio di essere additati come i portatori di una sottocultura poliziesca tarda a essere superata.
La cultura amministrativa non va accorciata, ma estesa nella continua qualificazione dei servizi pubblici. Forlì non merita questo arretramento a pratiche medievali nel campo della salute mentale.
Siamo sicuri che il Sindaco del Comune di Forlì vorrà intervenire, con i provvedimenti che riterrà opportuni, per sanare un dibattito che se alimentato da queste dichiarazioni, rischia di assumere aspetti e toni che non hanno nulla di democratico, per una città civile che ha sempre difeso i diritti alla libertà e alla salute nella sicurezza delle leggi vigenti.
Giovanni De Plato
Luigi Missiroli
Andrea Melella
Vittorio Vinci
Paolo Crepet
Pietro Pellegrini
Claudio Ravani
Giovanni Scolari
Francesca Cigala
Adello Vanni
Antonello D’Elia
Emilio Lupo
Cesare Bondioli
Salvatore Di Fede
Rocco Canosa
Lorenzo Toresini
Giuseppe Guido Pullia
Giancarlo Boncompagni
Bruno Romano
Guglielmo Russo
Francesco Petrucci
Marco Turchi
Augusta Nicoli
Diana Morgagni
Gianmaria Galeazzi
Silvia Chiesa
Fabrizio Starace
Angelo Fioritti
Mario Cariani
James Busatti
Paolo Verri
Alberto Tinarelli
Giulia Ciarpaglini
Daniela Cariani
Fabrizia Pizzale
Viviana Venturi
Sandra Venturoli
Giuseppe Farina
Rita Rondinelli
Laura Rosa Pizzale
Mara Fontana
Claudio Gualandi
Linda Mazzoni
Gabriella Staiti
Elisabetta Roncoli
Luciana Tufani
Daniela Azzalli
Francesco Rizzo
GianMaria Galeazzi
Bruna Bellotti
Lillia Soglia
Sergio Ennio
Cimatti Luisa
Fabrizio Vivarelli
Giulietta Cavallari
Giulio Grandi
Milvia Tariani
Romano Guarnieri
Gabriella Droghetti
Bruno Boldrini
Giulietta Ferrari
Luigi Battaglia
Ercolina Fabretti
Flavio Boari
Giuliana Guerra
Rosetta Balestra
I firmatari, in qualità di medici, psichiatri, professionisti, hanno operato e operano nei servizi di salute mentale pubblici, in organismi OMS per la salute mentale, nelle Università, nelle Società scientifiche, nelle organizzazioni sociali e in Psichiatria Democratica.
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