Anche il Papa si mobilita per l’ambiente. Basterà? Ma se le cose non vanno la colpa è nostra

Critichiamo i politici, ma ci preoccupiamo solo dei nostri interessi personali

CESENA. Trasformare un’economia che uccide in un’economia della vita e facendo in fretta. E’ il messaggio uscito dal teatro Lyrick di Assisi dove il Papa ha concluso la terza edizione di “Economy of Francesco”, un incontro nel quale ha calato il carico da undici: ha messo in discussione il modello di sviluppo. Sottolineando che non c’è più tempo da perdere: “La situazione è tale – ha detto – che non possiamo soltanto aspettare il prossimo summit internazionale: la terra brucia oggi, ed è oggi che dobbiamo cambiare, a tutti i livelli”. E’ un Francesco di lotta e di governo quello che si è rivolto a un migliaio di giovani proveniente da 120 Paesi del mondo “Non lasciateci tranquilli, e dateci l’esempio!» ha detto. Insomma, ha invitato i giovani alla mobilitazione.

Le parole pronunciate da Francesco sono pesantissime, una sorta di pietra miliare. Ma basteranno? La domanda è quanto mai attuale, ma il pericolo è che la risposta possa non arrivare. Soprattutto dalla politica. Per la verità, a parole, tutti i politici garantiscono la massima attenzione per l’ambiente. Se però andiamo a vedere i fatti ci rendiamo conto che, di fatto, le promesse rimangono tali. 

Ma la colpa è nostra. I politici sono più realisti del re e il loro obiettivo è soddisfare la base elettorale. E se una scelta determina una sacrificio è quasi certo che la stessa non venga fatta. Non si dice di no a niente, ma i fascicoli più fastidiosi fanno un salto all’indietro depositandoli nell’ultimo cassetto dal quale è difficile che vengano tolti. E la massa (il ventre molle elettorale) sarà contenta. E’ però la stessa che è pronta a inviare improperi contro chi governa perché non fa niente, ma che però urla la propria rabbia a squarciagola se un provvedimento intacca il singolo interesse. E poco importa se tutela l’interesse generale. Perché la parola d’ordine è sempre la stessa: mai nel mio giardino. E’ la sindrome “Nimby” (non nel mio giardino)  che però in un attimo si trasforma in quella “Nimto” (non durante il mio mandato elettorale), ovvero quando è la politica a dire no nuovi impianti, atteggiamento di comodo che si sceglie per non perdere consenso elettorale.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.