RAVENNA. Una piazza, un albero e un globo dorato: così Pier Luigi Pizzi ha composto la “scena metafisica (…) su cui si affacciano due mondi a confronto, il palazzo del potere e la più modesta dimora di Poppea”, per L’incoronazione di Poppea di Claudio Monteverdi, il titolo che – venerdì 19 gennaio alle 20.30 e domenica 21 alle 15.30 – apre la Stagione d’Opera 2024 del Teatro Alighieri di Ravenna.
Curandone regia, scene, costumi e luci, Pizzi ha privilegiato l’universalità del racconto piuttosto che finti storicismi, con un’estetica tanto elegante quanto essenziale e ricca di simbolismo nel ritrarre il progressivo disfarsi di ogni scrupolo morale. La passione fra Poppea, interpretata dal soprano Roberta Mameli, e l’imperatore Nerone, ovvero il controtenore Federico Fiorio, sancisce infatti il trionfo dell’amore inteso come forza viscerale e irresistibile, davanti alla quale la virtù si arrende e il dovere impallidisce. Già coinvolto con il suo Coro Cremona Antiqua nella Stagione 2021/22 per un altro caposaldo monteverdiano (L’Orfeo, sempre per la regia di Pizzi), Antonio Greco è maestro concertatore e direttore dell’Orchestra Monteverdi Festival – Cremona Antiqua. Il cast si completa con Josè Maria Lo Monaco, Enrico Torre, Federico Domenico Eraldo Sacchi, Candida Guida, Chiara Nicastro, Luigi Morassi, Luca Cervoni, Mauro Borgioni, Danilo Pastore, Francesca Boncompagni, Paola Valentina Molinari e Giorgia Sorichetti. La Stagione d’Opera e Danza 2024 è resa possibile dal sostegno del Comune di Ravenna, della Regione Emilia-Romagna e del Ministero della Cultura e dal contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.
Giovedì 18 gennaio, alle 18, il Salone Nobile di Palazzo Rasponi (Piazza Kennedy) accoglie il primo degli appuntamenti Prima dell’opera, il percorso di incontri a ingresso libero dedicati ai titoli in cartellone e tutti affidati a Luca Baccolini, collaboratore di La Repubblica e redattore di Classic Voice.
“Ho progettato una scena metafisica che ha radici nella classica scena di Sebastiano Serlio del teatro rinascimentale, una piazza emblematica su cui si affacciano due mondi a confronto,” spiega il regista Pier Luigi Pizzi, descrivendo quella che «Il Sole 24 Ore» ha descritto come la migliore produzione d’opera del 2023. Un allestimento che arriva a Ravenna dopo il debutto estivo per il Monteverdi Festival nel Teatro Ponchielli di Cremona, capofila della coproduzione che accanto all’Alighieri include OperaLombardia e il Teatro Verdi di Pisa. “Al centro c’è un albero – continua Pizzi – un albero con rami dorati che guardano verso la dimora di Poppea perché hanno ricevuto un benefico vento fortunato, dall’altra parte i rami secchi che ci parlano della solitudine di Ottavia. Poi c’è un globo terrestre dorato, che è il luogo su cui Amore esercita il proprio potere. (…) Quello di Busenello è uno dei più bei libretti d’opera che ci siano: ci parla in modo diretto, con un linguaggio di tale livello da arrivare a chiunque e darci la possibilità di riconoscerci facilmente nei personaggi di quest’opera”.
Rappresentata per la prima volta a Venezia nel 1643 e prima opera di soggetto storico (il librettista Giovanni Francesco Busenello si ispirò agli Annali di Tacito), L’incoronazione di Poppea è giunta fino a noi in due manoscritti le cui differenze rivelano manipolazioni e riscritture – presumibilmente, l’anziano maestro si avvalse del contributo dei propri allievi per portare in scena il suo ultimo grande capolavoro. “La genesi di quest’opera è dunque una questione omerica, ove molti sono i dubbi e poche le certezze – sottolinea Antonio Greco, maestro concertatore e direttore – Abbiamo scelto di mettere in scena il più agile manoscritto veneziano rinvenuto nel 1888, inserendo però i ritornelli strumentali ‘napoletani’ dal manoscritto riscoperto nel 1929. Sotto il profilo drammaturgico nulla cambia: i momenti in cui compaiono i ritornelli strumentali sono quasi totalmente sovrapponibili e quasi sempre identiche le linee del basso continuo. Ma, mentre lo strumentale veneziano è a tre, quello napoletano è a quattro parti. Ad esse mi sono permesso di aggiungere una quinta parte, per adattare la partitura alla nostra orchestra e al nostro teatro”.
La Stagione d’Opera 2024 del Teatro Alighieri continuerà con il “consumismo amoroso” di Donna Fiorilla ne Il turco in Italia di Rossini (1, 3 marzo), con Roberto Catalano alla regia e Hossein Pishkar alla guida dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, e la Turandot di Puccini (12, 14 aprile) nell’allestimento di Giuseppe Frigeni, con l’Orchestra Toscanini diretta da Marco Guidarini.
Info e prevendite: Biglietteria Teatro Alighieri – tel. 0544 249244 – www.teatroalighieri.org
Abbonamenti Opera da 35 a 100 Euro
Biglietti da 15 a 45 Euro
Under 18: 5 Euro; Carta Giovani Nazionale (18-35 anni): platea e palchi 20 Euro
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