Sulle città ai 30 l’ennesina giravolta di Salvini

In arrivo il nuovo decreto

Città a 30 km/h: la nuova direttiva prevede il limite solo in alcune strade (con motivazione). Questa in estrema sintesi la decisione di Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture. La decisione può piacere o no. Il problema non è questo. In tutto questo manca un aspetto fondamentale: le scuse di Salvini. Siccome non siamo su “Scherzi a parte” è difficile pensare che tutto possa passare in cavalleria. 

La situazione è chiara. Nel dicembre del 2022 Salvini inserì il provvedimento nel nuovo codice della Strada.  Il 22 dicembre aveva firmato un decreto che prevede le zone a 30 km/h e dispone i finanziamenti. Decreto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 33 del 9/02/2023, con una spesa di 13,5 milioni di euro, in quel riparto a Bologna sono stati destinati 623 mila euro (come scrive e documenta Bologna today). Poco importa da chi era stata preprata. Ma Bologna non è stata la prima città ad applicare la normativa. Altre lo avevano fatto, a partire da Olbia governata dal centrodestra. E tutto andava bene. Quando è partita Bologna però sono scoppiate le polemiche e figurati se Salvini poteva restare buono e zitto. Soprattutto essendo già in tranche elettorale. Ed allora ecco l’ennesima giravolta. Uno strano modo di governare. Cambiare idea è legittimo, ma non si può negare l’evidenza. 

Detto questo è necessaria una riflessione sull’applicazione della direttiva. Premesso che è fondamentale intervenire per ridurre la velocità delle auto, soprattutto nelle aree urbane per garantire più sicurezza innanzitutto a pedoni e ciclisti. Però la scelta più giusta è quella che fu fatta da Cesena, primo Comune ad applicare il divieto di superare i 30 km orari. La città  Malatestiano scelse di introdurre il limite nel centro storico, decisione che non fa una piega. E, col tempo, è stato allargato soprattutto ai centri abitati delle zone rurali. 

Non avrebbe senso introdurlo lungo la via Emilia dove il traffico è già sufficientemente rallentato da semafori e rotonde. Dall’incrocio con via Savio all’arrostogirato ci sono cinque semafori e tre rotonde. Invece si dovrebbe valutare l’ipotesi di introdurlo in via Padre Vicinio da Sarsina. E’ vero che ci sono due semafori (uno a chiamata), ma la strada è molto (troppo) stretta ed invita ad andare veloci

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.