RAVENNA. Perseguire liberamente i capricci del desiderio è l’ambizione che guida Fiorilla, la seconda delle donne protagoniste, dopo Poppea, di questa Stagione d’Opera 2024 del Teatro Alighieri di Ravenna.
Venerdì 1 marzo alle 20.30 e domenica 3 alle 15.30, Il turco in Italia di Gioachino Rossini approda all’Alighieri nella nuova coproduzione in cordata con Rovigo (dove ha appena debuttato), Novara, Jesi, Rimini e Pisa. Al centro dell’interpretazione del regista Roberto Catalano c’è un vero e proprio “consumismo amoroso”: con la sua collezione d’amanti, Donna Fiorilla, interpretata da Giuliana Gianfaldoni, incarna pienamente la frenesia dell’accumulo e il poeta Prodoscimo, ovvero Bruno Taddia, è a caccia di una storia da raccontare e promuove e vende i sentimenti come merci. Maharram Huseynov è il principe Selim, il turco del titolo che sbarca a Napoli e si invaghisce di Fiorilla al punto tale da proporne l’acquisto al marito Don Geronio (Giulio Mastrototaro), mentre Francisco Brito è Don Narciso, gelosissimo amante di Fiorilla, e Francesca Cucuzza è Zaida, un tempo favorita del principe e salvata dalla rovina per intervento dell’amico Albazar, interpretato da Antonio Garés. Sul podio dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini ci sono Hossein Pishkar (1 marzo), già allievo di Riccardo Muti nella sua Accademia dell’opera italiana, e Marco Crispo (3 marzo), la cui carriera si divide fra l’Italia e i Paesi scandinavi, dove ha lavorato anche al fianco di Esa-Pekka Salonen. Il Coro Lirico Veneto è preparato da Giuliano Fracasso. Guido Buganza firma le scene, mentre Ilaria Ariemme e Oscar Frosio curano rispettivamente costumi e luci; la coreografia è di Marco Caudera.
Giovedì 29 febbraio, alle 18 nel Salone Nobile di Palazzo Rasponi (Piazza Kennedy), continua Prima dell’opera, il percorso di incontri a ingresso libero dedicati ai titoli in cartellone: l’approfondimento sul titolo sarà anche in questo caso guidato da Luca Baccolini – collaboratore di La Repubblica e redattore di Classic Voice – con la partecipazione del regista Roberto Catalano. Un’occasione per celebrare Rossini nel giorno del suo compleanno: il compositore nacque infatti il 29 febbraio del 1792, anno bisestile al pari del 2024.
“Attraversando il libretto di Felice Romani, ci si imbatte di continuo in situazioni che sono espressione di un desiderio spinto ai limiti della necessità di acquistare qualcosa che ancora non si possiede – spiega il regista Roberto Catalano – Proprio Fiorilla, il personaggio che sembra non accontentarsi di ciò che ha, è colei che desidera tutto ciò che sa essere desiderabile per gli altri. (…) In questa storia l’amore si vende e si compra esattamente come il vino e il caffè e gli esseri umani, proprio come accade alle cose, si vendono e si comprano a vicenda. Una serie di umani-prodotti che vivono in un mondo dove la pubblicità è talmente diffusa e infiltrata nel quotidiano da rendere equivoca la distinzione tra realtà e sogno, con la mente costantemente offuscata dalla potente e rassicurante luce di spot confezionati come promesse di futuro e felicità. Colei su cui la macchina della creazione del desiderio è sempre efficace e la induce a comprare tutto quello che le si vende, in questo mercato di sentimenti dove non ci sono più linee di confine fra oggetti e persone.”
Il turco in Italia, che debuttò alla Scala nel 1814, ha sovente sofferto del confronto con un altro titolo rossiniano, ovvero L’italiana ad Algeri (1813). I punti di contatto fra le due opere sono evidenti, ma oggi del Turco si apprezza la qualità di metateatro imperniato sul conflitto fra l’essere e l’apparire, ma anche fra fantasia, desiderio e realtà. In questo senso è fondamentale il personaggio di Prosdocimo, che alla ricerca di un nuovo dramma finisce per essere coinvolto in vicende reali e si ritrova per le mani il genere di narrazione che avrebbe voluto evitare. Certo Rossini dimostra una maestria eccezionale nel trattare voci e strumenti in una partitura che diventa il punto di incontro fra dramma e opera buffa, fino a rappresentare – con i suoi colori freddi e delicati e il suo disegno nitido e controllato – un’anticipazione del comico rossiniano a venire.
Il percorso Opera si coronerà con la Turandot di Puccini (12, 14 aprile) nell’allestimento di Giuseppe Frigeni, con l’Orchestra Toscanini diretta da Marco Guidarini. La Stagione 2024 del Teatro Alighieri è resa possibile dal sostegno del Comune di Ravenna, della Regione Emilia-Romagna e del Ministero della Cultura e dal contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.
Info e prevendite: Biglietteria Teatro Alighieri – tel. 0544 249244 – www.teatroalighieri.org
Biglietti da 15 a 45 Euro
Under 18: 5 Euro; Carta Giovani Nazionale (18-35 anni): platea e palchi 20 Euro
Con l’app gratuita Lyri sottotitoli e trama del libretto sono disponibili in diretta su smartphone, in italiano e inglese
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