Documento di Jacopo Rinaldini
di Jacopo Rinaldini
Nicolas Maduro Moros è stato confermato Presidente del Venezuela per la terza volta consecutiva con il 51,2% dei voti, superando Edmundo González Urrutia candidato per l’opposizione, che si è fermato al 44,2%.
Nemmeno il tempo di finire di contare i voti che sono iniziati i piagnistei statunitensi e dei vassalli Sudamericani. Su tutti, l’inutile Presidente argentino Milei e il falso progressista cileno Boric.
La leader dell’opposizione a Maduro, Maria Corina Machado, nella gara a chi urla la bugia maggiormente venata di propaganda ha addirittura affermato che Urrutia avrebbe vinto le elezioni con più del 70% dei voti. Dato gettato in pasto all’opinione pubblica unicamente al fine di creare disordini e violenze.
Le materie prime del Venezuela sono un chiodo fisso per i “gringos” statunitensi.
Inutile sottolineare lo squallore della stampa occidentale che, limitandosi a fare da cassa di risonanza dell’impero decadente a Stelle e Strisce, ha all’unisono confermato la teoria dei brogli elettorali, spacciandola per certezza incontestabile più che per sospetto.
Non è bastato il voto democratico del popolo venezuelano a far capire all’Occidente la solidità e l’appoggio alla rivoluzione Bolivariana e al Presidente Maduro.
Le elezioni sono considerate giuste, eque, valide e democratiche solo se a vincere sono gli alleati, gli amici, degli USA.
La vittoria di Maduro è comunque un messaggio chiaro alla cordata imperialista guerrafondaia: il Venezuela non si tocca.
Il Venezuela è del suo popolo, che saprà, come già fatto in passato, reagire a qualsiasi tentativo di sovvertimento della sua volontà e sovranità.
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