Maltempo, ci sono delle colpe. Ma non si può negare il cambiamento climatico 

Ha cambiato tante cose

 Ha ragione Marcello Borghetti. Ieri, in un post su Facebook, il segretario regionale della Uil si è concentrato sul maltempo. Lo conclude scrivendo: al netto di quello che si può o si poteva fare meglio, la frequenza di questi eventi che segnalano un cambiamento climatico, impone un grande patto di responsabilità fra tutti i soggetti che dialogano con i cittadini, per cercare di trovare soluzioni e non polemiche, risposte concrete e investimenti e manutenzione per mettere in sicurezza il territorio, e non accuse generiche, risposte concrete per risarcire i danni e consentire alle persone di riprendere la propria vita sociale e la propria vita lavorativa nel più breve tempo possibile.

Quello che sta succedendo è sotto gli occhi di tutti e non si può negare che ci sia un problema legato all’emergenza climatica. Questo non vuol dire che in passato non ci siano state responsabilità della politica. Di certo si poteva fare di più. Però non è vero che è stato fatto poco o niente. Gli interventi ci sono stati ed erano sufficienti in una situazione diversa da quella attuale dove le bombe d’acqua sono sempre più frequenti. Lo ha spiegato anche Pierluigi Randi, presidente dell’ associazione meteo professionisti, a Radio Nettuno Bologna Uno: Il mare è sempre più caldo e l’atmosfera è cambiata. Per questo in autunno avremo sempre una spada di Damocle sulla testa, perché eventi alluvionali come quelli che hanno colpito Bologna e la Romagna per quattro volte in un anno e mezzo sono destinati a diventare più frequenti.

E’ per questo che sono necessari interventi straordinari. Ed ha ragione Michele De Pascale, candidato alla presidenza della Regione, quando dice che che la Regione non potrà fare tutto da sola. E tantomeno i Comuni. L’approccio non potrà più essere lo stesso del passato. Prendiamo, ad esempio, le citatissime casse di espansione. Palazzo Albornoz, tra le altre, aveva autorizzato quella di San Carlo, ma non è terminata perché se ne deve occupare il privato che però scava quando ha necessità di materiale. Per fare tutto e subito servono soldi che è difficile ipotizzare possano uscire dalle casse comunali. Lo stesso discorso vale per tante altre zone della Regione.

Tenendo poi anche presente che c’è un’ emergenza ponti, come ha scritto sabato Paride Antolini, presidente dell’ordine dei Geologi, su Cesena Notizie. Sono il fulcro della questione, ha puntualizzato, se non ci fossero avremmo risolto alcuni dei nostri problemi. E suggerisce di prendere in considerazione l’ipotesi di rifarli a campata unica. Chiarisce anche il tema della vegetazione: non va eliminata, ma gestita in modalità diversa a seconda delle condizioni del tratto fluviale in cui ci troviamo e della sua storia costruttiva. 

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.