Il centrosinistra soffre nei piccoli comuni appenninici
Quella di Pascale è stata una vittoria senza se e senza ma. I numeri parlano chiaro: l’esponente del centrosinistra ha staccato la sua principale avversaria di quasi diciassette punti. Un abisso. Un risultato che è andato oltre ogni più rosea previsione. Lo ha ammesso anche lo stesso De Pascale. Non a caso un sondaggio circolato domenica mattina nelle chat di centrosinistra dava De Pascale in vantaggio di dieci punti. Inoltre prevedeva un’affluenza al quarantacinque per cento.
Dunque, per Pd e soci è andata anche meglio di quanto si poteva prevedere. Quindi si potrebbe pensare che non ci sono aspetti negativi. Ma non è così. Quanto meno ci sono due punti che il nuovo presidente della Regione dovrà analizzare a fondo. Il primo è l’astensione. Fa specie vedere che in Emilia Romagna va al seggio meno della metà degli aventi diritto. E’ vero che nel 2015 andò anche peggio, ma questa non può essere una consolazione. E’ anche vero che le alluvioni, soprattutto quelle recenti, hanno favorito l’astensione. Ma sarebbe sbagliato nascondersi dietro a questa giustificazione. Alla base c’è soprattutto un malessere che non può essere sottovalutato.
C’è poi un altro tema che non è stato trattato, ma sul quale De Pascale e tutto il centrosinistra devono concentrarsi subito. Il dato è balzato agli occhi leggendo un’analisi si “Pagella Politica”, uno dei migliori siti di approfondimento. L’articolo di Lorenzo Ruffino è condito da quattro grafici e due mappe. Una di queste ha riempito il territorio di puntini blu e rossi. Quelli rossi sono i comuni dove ha prevalso De Pascale, quelli blu dove ha vinto Elena Ugolini. Ebbene, emerge chiaramente che i piccoli comuni appenninici hanno dato la loro preferenza al centrodestra. Il fenomeno è più accentuato in Emilia, ma anche la Romagna non è esente. Anzi. E’ chiaramente il segnale di un sintomo di malessere che non può e non deve essere sottovalutato.
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