Ingiustificata l'assoluzione da parte di Giorgia Meloni
Incredibile. Forse è la definizione più giusta rispetto a quello che sta succedendo dall’altra parte dell’Oceano. Donald Trump, presidente eletto degli Stati Uniti, parla senza mezzi termini di annessioni di altri territori senza escludere l’uso della forza. In contemporanea Elon Musk, quello che è stato il suo più stretto alleato e che avrà un ruolo importante nella futura amministrazione, spara bordate a destra e a manca giudicando il lavoro di stati sovrani. Paradossalmente sembra di essere in un film di James Bond. Quelli in cui il riccone di turno usava gli enormi mezzi finanziari a sua disposizione per mettere a soqquadro il pianeta.
A gettare acqua sul fuoco però è stata Giorgia Meloni. Nella conferenza stampa la presidente del Consiglio ha tranquillizzato urbi et orbi garantendo che né l’uno (Trump), né l’altro (Musk) creeranno problemi. Il primo perché le sue parole sono solo un messaggio più o meno criptico alla Cina, mentre il secondo è una persona che esprime il suo pensiero e che, comunque, nel suo social network (X, ex Twitter) non censura nessuno.
Capiamo che la Giorgia Meloni possa essere obnubilata dal fascino (non estetico) di Trump e Musk, ma forse dovrebbe essere più moderata nelle dichiarazioni pubbliche. Per quanto riguarda Trump sembra forzato derubricare le sue parole ad una sorta di querelle dialettica con la Cina. Probabilmente ha ragione Giorgia Meloni quando dice che non succederà niente del genere. Però non si può giustificare il futuro presidente della più grande potenza mondiale quando non esclude l’uso della forza per annettere altri territori.
Non sono giustificate neppure le parole che Giorgia Meloni ha usato per assolvere Elon Musk. Essenzialmente per un motivo, al di là dei toni che usa e del fatto che ha il controllo dei più potenti strumenti tech e di comunicazione (e manipolazione) di massa e gestisce colossi che operano in settori strategici per la sicurezza globale e con 464 miliardi di dollari di patrimonio: il patron di Tesla non è un cittadino qualunque. Non per i soldi. Essendo in predicato di diventare ministro del governo Trump è un politico a tutto tondo e non è bello e soprattutto corretto che intervenga su vicende legate ad altri stati. E se lui è un elefante nella cristalleria, Giorgia Meloni dovrebbe avere la sensibilità o l’esperienza politica per sapere che certe cose non si fanno. Quindi giustificarlo è sbagliato.
Sembra chiaro che Giorgia Meloni voglia accreditarsi come principale alleata di Trump e soci. Ma a tutto c’è un limite.
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