Prolungamento della secante. L’Anas non può più fare finta di niente

Serve arrivare almeno a Santa Maria Nuova

L’Anas dovrebbe mettersi una mano sul cuore e l’altra nel portafoglio. Perché solo la Spa che si occupa di infrastrutture stradali può risolvere l’ultimo vero nodo del traffico di Cesena. Il riferimento è alla zona di Diegaro a partire dalla via San Giuseppe, vera e propria circonvallazione. Il problema potrà essere risolto solo con il prolungamento della secante. Non solo con il lotto zero che risolverebbe solo il problema di una parte di via San Cristoforo. Serve, quantomeno, arrivare fino a Santa Maria Nuova. L’ideale sarebbe il collegamento con la circonvallazione di Forlimpopoli, ma arrivare a Santa Maria Nuova è fondamentale. Interventi del quale il Comune non si può fare carico.

In questo momento nel collegamento fra Forlì e Cesena c’è un punto critico: Capocolle e il suo semaforo. Prima c’era Panighina, ma la rotonda ha dato una risposta sufficiente. C’è poi il tratto di via San Cristoforo fra l’uscita della secante e la rotonda. Poi l’altissima frequentazione della via San Giuseppe, nel tratto tra le rotonde della via Emilia a Diegaro e la via San Cristoforo. E’ molto trafficata non solo perché è il collegamento con la secante, ma anche con la zona industriale di Pievesestina e il Ravennate. La strada però è sufficientemente larga per sopportare il traffico, a partire da quello pesante. 

Il problema del collegamento con la secante potrebbe essere risolto realizzando il lotto zero, tratto costoso. In origine si parlava di circa trenta milioni per un chilometro di strada, ma adesso i costi potrebbero essere aumentati. Risolverebbe il problema dei residenti di via San Cristoforo. All’uscita dalla secante la situazione è invivibile.

Ma resterebbe irrisolto il nodo di Capocolle. Alla  di Diegaro (fra le vie Emilia, Settecrociari e San Giuseppe) il traffico da e per Forlì si incanala nell’Emilia che non solo ha una carreggiata insufficiente e non può essere allargata, ma poi c’è il problema del semaforo di Capocolle. Quindi serve superarlo arrivando almeno fino a Santa Maria Nuova (c’è già il progetto) con la secante, intervento che non pare eccessivamente costoso. Si tratta di poco più di un chilometro a raso e che correrebbe parallelo alla ferrovia. Poi servirebbe uno svincolo in via San Giuseppe e andrebbe chiusa l’uscita in via San Cristoforo. 

Non è un libro dei sogni. È un’opera che a occhio dovrebbe costare attorno ai sessanta milioni di euro, cifra non impossibile. Anche in considerazione del fatto che risolverebbe l’annoso problema del collegamento fra Cesena e Forlì. Quindi è fondamentale la volontà. Perciò sarebbe necessaria la spinta dei parlamentari locali. Fino ad ora però il loro interessamento è stato vicino allo zero. Adesso bisogna confidare anche nell’opera di Francesca Lucchi. La neo consigliere regionale conosce molto bene il problema e deve metterlo in cima al suo impegno bolognese.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.