Quello che la politica non dice

Il rischio è frenare la ripresa

CESENA. In Emilia Romagna la ricerca di lavoro è esplosa. Emerge dal rapporto sul lavoro sostenibile della Fondazione per la Sussidiarietà che è basata su dati Excelsior. Il dato è di quelli che fanno sobbalzare: nel quarto trimestre dell’anno saranno 112.650 i posti da ricoprire. Ma il problema è che spesso le richieste non vengono soddisfatte: in regione, nel 40 per cento dei casi le imprese non trovano candidati idonei. Tra le figure introvabili ci sono soprattutto ingegneri e informatici.

Di prepotenza torna di estrema attualità il problema del mismatch, condizione di squilibrio. Termine che ormai è usato in diverse occasioni, ma che era stato coniato per evidenziare lo squilibrio tra la domanda e l’offerta, specialmente in riferimento al mercato del lavoro. Non è un problema nuovissimo. L’allarme è stato lanciato da tempo. Forse a non rendersene conto sono i politici, per lo meno quei leader nazionali che si riempiono la bocca di slogan, ma non hanno neppure mai accennato a quello che è diventato il problema principale del mondo del lavoro. 

Però prima o poi faranno mente locale e capiranno che serve intervenire magari partendo modificando lo slogan verso i nostri giovani. Il messaggio da veicolare è: se avrai voglia di lavorare, devi studiare. Trent’ anni fa chi non voleva stare sui libri a scuola, andava in fabbrica. Ma ora non è più così: servono competenze, non ci si improvvisa. Nello stesso tempo ai ragazzi (ma non solo) va spiegato che il lavoro è sempre più un percorso e sempre meno un posto. Questo perché, cari politici, è dimostrato che le professioni stanno cambiando a ritmi mai visti prima e molte figure specialistiche non si trovano. 

Si stima che nel 2030 (ovvero dopodomani) un miliardo di persone nel mondo faranno mestieri che oggi non esistono. Alla luce di questi dati va da sé che lo sviluppo andrà sostenuto con politiche attive che favoriscano mobilità e formazione continua. Fondamentale poi è la scuola, a tutti i livelli. In questo senso è interessante un’analisi fatta al Carlino da Stefano Bonaccini, presidente della regione Emilia Romagna: “Le prove Invalsi dimostrano che i migliori nell’apprendimento sono i bambini degli asili. Sono il nostro futuro. È qui che dobbiamo investire. Ora. Dalle materne all’università, ma soprattutto sugli istituti tecnici, favorendo l’alternanza scuola-lavoro”.

Questo post è stato letto 70 volte

Avatar photo

Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli. 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *