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RAVENNA. La parola Kiev porta immediatamente alla mente la drammatica vicenda dell’Ucraina, il conflitto russo – ucraino che si protrae da anni.
Con la guerra I Solisti di Kyiv se sono stati fondati per diffondere la cultura musicale locale ucraina nel mondo, diventano portavoce della causa ucraina e ambasciatori di pace. Per questo l’Associazione Mariani ha deciso di ospitare sul palcoscenico di “Ravenna Musica” la National Chamber Ensemble “Kyiv Soloists”, che si esibirà giovedì 6 marzo al Teatro Alighieri, insieme al clarinettista Fabrizio Meloni, solista acclamato in tutto il mondo.
La National Chamber Ensemble “Kyiv Soloists” è stata fondata nel 1996 dal violinista e didatta russo Bohodar Kotorovych. Durante i primi 20 anni dell’attività dell’ensemble, formato dai migliori musicisti ucraini, ha effettuato numerose tournée internazionali. Dopo la scomparsa del fondatore, il violinista Valeriy Sokolov, nativo dell’Ucraina e con un’apprezzata attività concertistica, nel 2017 è stato nominato direttore principale e artistico dell’Orchestra da Camera Ucraina, aprendo collaborazioni con musicisti di grande fama.
A Ravenna i Kyiv Soloists proporranno in apertura Cinque danze Greche per orchestra d’archi di Nikos Skalkottas. Il compositore greco compose 36 danze greche in tre serie di dodici danze tra il 1931 e il 1936. Con il loro stile infuocato, il vigore spontaneo e l’originalità, sono le sue opere più popolari ancora oggi.
Seguirà Gran Quintetto in Si bemolle maggiore per clarinetto e archi op. 34 di Carl Maria von Weber, che prevede la partecipazione nella parte di solista del clarinettista Fabrizio Meloni, primo clarinetto solista sia dell’Orchestra che della Filarmonica del Teatro alla Scala e vincitore di diversi premi internazionali come l’ARD di Monaco e Primavera di Praga. L’impulso di Weber di scrivere il suo Quintetto per Clarinetto nasce dalla sua amicizia con il virtuoso del clarinetto Heinrich Baermann. Iniziato nel 1811, Weber lavorò al quintetto per quattro anni completandolo nel 1815.
Béla Kovàcs, probabilmente il clarinettista ungherese più conosciuto, è l’autore del brano successivo Sholem-Alekhem, rov Feidman! Maestro di molti generi, dal jazz a Mozart, è stato clarinetto principale dell’Orchestra dell’Opera di Stato Ungherese così come della Budapest Philharmonic Orchestra. Apprezzato compositore, se ha scritto molte opere per il suo strumento, è soprattutto conosciuto per il suo inimitabile canto di lode per clarinetto klezmer Sholem-Alekhem, rov Feidman!
Sholem – alekhem è il tradizionale saluto e benedizione ebraico (“pace sia con voi”) e la composizione di Kovacs è un saluto a Giora Feidman, musicista argentino riconosciuto come il “Re del klezmer”.
Quindi di Bela Bartok verrà eseguito Romanian Folk dances per archi, un esempio dell’intelligenza e del gusto del Bartók folclorico, composte per pianoforte nel 1915 e trascritte poi per piccola orchestra nel 1917. Sono componimenti piacevoli e musicalmente estroversi nei loro ritmi caratteristici, rispettosi dei costumi della comunità e della regione di origine, senza alcuna manipolazione accademica.
Chiude il concerto la Suite n. 3 Antiche Arie e Danze di Ottorino Respighi. Formata dalla trascrizione per orchestra d’archi di tre brani per liuto dei secoli XVI e XVII, le tre suite risalgono rispettivamente al 1917, 1924 e 1932. Spinto dal desiderio di dare nuovo impulso alla musica italiana, Respighi giunse a troncare i rapporti col passato recente legato soprattutto al melodramma e si impegnò a ricercare nuova linfa nelle partiture del Sei e Settecento.
Inizio concerto ore 21.
Biglietti da € 5,00 a € 30 a seconda del settore e dell’età.
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