Incontro a Pievequinta con la scrittrice Paola Bezzi

Domenica 16 marzo 2025, alle ore 16.00, a Palazzo Morattini, via Armelino 33, Pievequinta (Forlì), verranno presentati i libri di Paola Bezzi: “Casemurate. Memorie e misteri di una villa di frontiera all’incrocio tra la via dell’ambra e la via del mare” e “Destinazione sottosuolo. Storia di Adele Garavini e Primo Pasini: dalla mezzadria poderale forlivese alle solfare cesenati, dalle miniere del Lussemburgo alle gallerie del lager di Mauthausen”. Insieme all’autrice interverranno: Serena Savoia, presidente dell’Associazione Culturale e Ricreativa Amici della Pieve OD,V, Mauro Mariani e Gabriele Zelli, autori delle prefazioni dei due volumi.
Del primo libro occorre sottolineare che racconta come secoli di storia si sono dipanati attorno all’insediamento fortificato posto a guardia di un famoso e pericolosissimo incrocio, quello di Casemurate. Due strade qui si sono intersecate: la via dell’ambra, seguita da mercanti coraggiosi che dal mar Baltico raggiungevano i paesi mediterranei attraverso i valichi alpini, prima, e appenninici, poi; e la via del sale, che dalla costa cervese si inoltrava coi preziosi carichi di “oro bianco” nell’entroterra. Villaggi preistorici dell’età del ferro, domus e necropoli romane, castelli bizantini e dimore signorili: la “larga” di Casemurate conserva tutto questo e restituisce l’immagine di una terra di confine dove si sono scontrati eserciti, si sono lavorate con sapienza le tenaci zolle argillose, sono state coltivate passioni politiche e si è mantenuto il sano e robusto legame con la terra.
Il secondo volume racconta una storia altrettanto vera, quella di una bambina di pochi anni, che fu costretta a lasciare la casa nella pianura forlivese in cui era nata; un padre che, dopo il servizio militare, decise di abbandonare le consuetudini mezzadrili; una madre che seguì il marito nell’avventurosa ricerca di un’esistenza migliore, in piena Belle Epoque. La terra in cui giunsero era il mondo sconosciuto delle miniere cesenati di zolfo, nel periodo in cui l’Italia deteneva il primato mondiale nell’estrazione del colorato metalloide.

La bambina, Adele, crebbe tra campi riarsi dalle esalazioni polverose e gente prosciugata dalla fame, dalle fatiche e dalle fiammate; diventata donna, sposò Primo, un coraggioso minatore che, ricalcando le orme di altri cesenati, migrò in Lussemburgo, per lavorare nelle miniere di ferro. Il loro quartogenito, Andrea, nato a Esch sur Alzette, si distinse per l’intensa attività antinazista e, per questo suo impegno, fu arrestato dalla Gestapo e deportato in vari lager. A Mauthausen fu infine impiegato per scavare chilometri di gallerie nelle locali colline di granito, dove venivano assemblati gli aerei da guerra tedeschi: destinazione sottosuolo quella della famiglia di Adele Garavini e di Primo Pasini.
Partendo da una casa della “larga” di Casemurate di Forlì, la bambina diventò madre di un figlio, Andrea, morto di consunzione qualche giorno dopo la liberazione del lager, esattamente 80 anni fa, il 12 maggio 1945. Per questo Andrea Pasini fu decorato con l’Ordine della Resistenza del Lussemburgo e la sua tomba diventò meta di pellegrinaggio laico.
L’incontro è promosso dall’Associazione Culturale e Ricreativa Amici della Pieve ODV e dal Comitato Pro Forlì Storico-Artistica. Ingresso libero. Al termine momento conviviale. Per informazioni: Gabriele Zelli: 3493737026.

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