Servono riflessioni
Ancora una volta il maltempo tiene in apprensione la Romagna. E’ vero che piove a dirotto, ma questa è l’ennesima dimostrazione che servono interventi strutturali. Ormai i fenomeni estremi o quasi non sono più una novità. Perciò serve comportarsi di conseguenza per evitare che ogni qual volta piove a dirotto migliaia di persone debbano essere a rischio. Quindi De Pascale, neo presidente della Regione, non può più tergiversare. E’ chiaro però che serve accelerare i progetti, ma sono fondamentali anche i soldi che ci deve mettere lo Stato.
Nel frattempo, mentre si resta in apprensione per la guerra in Ucraina e la salute del Papa, c’è stato un fine settimana politico/economico per nulla banale. Ci sono diverse notizie che meriterebbero un’apertura, ma forse non tutte rischiano di avere la giusta valorizzazione. Fare una classifica è sempre difficile, ma forse la notizia più rilevante è legata alla giustizia. Il sottosegretario Andrea Delmastro, meloniano doc, ha criticato la riforma impacchettata dal ministro Nordio. La sua posizione l’ha espressa sul quotidiano “Il Foglio”. A ben vedere è una propria bomba, soprattutto se si considera che quella riforma è una delle bandiere del governo Meloni. Perché questo dietrofront che ha del clamoroso? E come reagirà il Guardasigilli? Ma, soprattutto, come proseguirà il percorso della legge? Sullo sfondo c’è sempre il timore che si voglia arrivare a mettere i pm sotto il controllo dello Stato.
Intanto dall’ Istat sono arrivati i numeri della produzione industriale relativi al mese di gennaio. Un’altra doccia fredda. Non gelata, ma quasi: al netto degli effetti di calendario, diminuisce dello 0,6 per cento. Si registra una crescita solo per i beni di consumo (+ 0,4).
Un’altra notizia di quelle da non sottovalutare arriva dagli Stati Uniti. La Tesla è preoccupata per i dazi di Trump . Le paure sono contenute in una lettera del produttore al rappresentante del commercio Usa. Per quei pochissimi che ancora non lo sapessero, Tesla è la fabbrica automobilistica di proprietà di Elon Musk che è anche tra i più importanti (se non il più importante) collaboratori di Trump. Un corto circuito? Sembrerebbe proprio di sì, anche se, ormai, non ci si meraviglia più di niente di quello che succede dall’altra parte dell’oceano.
Questo post è stato letto 13 volte
