Successo per le visite guidate alle Pievi di Barisano e di Pieveacquedotto 

Le visite guidate alle Pievi di San Martino in Barisano e di Santa Maria in Acquedotto, organizzate dal Lions Club Forlì Host nel corso del pomeriggio di sabato 22 marzo 2025, hanno destato molto interesse e partecipazione. È stato lo storico dell’arte Marco Vallicelli a condurre i partecipanti alla scoperta di due veri e propri scrigni di storia e di arte. L’iniziativa voluta da Luciano Valentini, presidente del Forlì Host, è stata presentata da Gabriele Zelli. Nel suo intervento Zelli ha ricordato anche l’importante progetto che l’Associazione Antica Pieve sta portando avanti dal 2018 per valorizzare gli originari luoghi di culto della Romagna. Un progetto, coordinato da Claudio Guidi, con il coinvolgimento dello storico Marco Viroli, i fotografi Tiziana Catani e Dervis Castellucci, oltre a Vallicelli e Zelli, che ha consentito di effettuare, ad oggi, una settantina di appuntamenti e far registrare oltre 7.000 presenze. Nel contempo sono stati pubblicati anche sei libri con notizie di carattere storico e artistico delle chiese visitate. Dall’iniziativa di sabato è emersa la necessità di inserire tutti questi luoghi in un itinerario turistico che parta dai centri storici delle città romagnole e si ramifichi verso le frazioni.
Nello specifico le due Pievi oggetto delle visite hanno peculiarità diverse, quella di Barisano è un’antica chiesa che sorge presso l’omonima piccola frazione a circa 8 km dalla città di Forlì. Si hanno notizie dell’esistenza in loco di un castello, o una piccola rocca, che le fonti chiamano castello di Barigiano, dal 992, quando il Castrum Barisani era soggetto al monastero di Sant’Apollinare in Classe. Nel 1235, la guelfa Faenza, in contrasto con Forlì, ghibellina, assalì il castello riuscendo ad espugnarlo. A seguito della conquista, i faentini ne opereranno la completa distruzione. Il castello non verrà mai più ricostruito.
Barisano faceva parte di quelle terre che ai tempi dei romani erano destinate ai veterani a riposo della flotta romana di Classe di Ravenna, come ricompensa per il servizio prestato. Qui sorse probabilmente una “villa”. Questo spiegherebbe la ragione dei mosaici rinvenuti durante il restauro degli anni ’80 del secolo scorso a quasi due metri di profondità dal piano di calpestio attuale, certamente non di natura religiosa ed ancor meno ecclesiastica, ma più probabilmente da identificarsi con il pavimento di una casa padronale (“villa”, appunto) romana del V-VI secolo, trasformata in chiesa nel VII-VIII secolo. Si tratta di mosaici pavimentali a figure geometriche con fiori, o riproducenti bordi a treccia e disegni fitomorfi, costituiti con tessere policrome, motivi decorativi indiscutibilmente “laici”. Lo stesso intervento di restauro riportò alla luce, sotto l’altare maggiore, la cripta del IX-X secolo, mentre alle pareti sono stati rinvenuti affreschi fra cui “San Martino a cavallo che dona il mantello” e un frammento della “Madonna con il Figlio”. La loro datazione risulta ardua, a causa della condizione dei reperti pittorici. Probabilmente sono databili all’anno Mille, quando la chiesa fu radicalmente modificata: con la costruzione della cripta si provvide anche alle decorazioni che forse ricoprivano tutto l’interno del luogo di culto. 
La Pieve di Santa Maria in Acquedotto si trova sulla direttrice attraverso cui passava l’acquedotto fatto costruire dall’imperatore Traiano (53 d.C. – 117 d.C.). L’edificio attuale è stato edificato nel XII secolo sui resti di una chiesa più antica, molto probabilmente con le caratteristiche delle altre pievi della pianura romagnola. L’aspetto odierno riprende i motivi dello stile romanico. Osservando l’insieme del complesso dall’esterno, si notano molte tracce degli interventi praticati alle murature nel corso dei secoli che hanno avuto dei riflessi sugli interni dove lungo le pareti sono stati rinvenuti, in epoche diverse, tracce di affreschi molto interessanti. 
Nei pressi del presbiterio è collocata una pregevolissima opera a stucco rappresentante la “Madonna con Bambino”, replica o copia di un bassorilievo di Antonio Rossellino (un’altra versione si trova nella Pinacoteca di Forlì).
Il campanile, uno dei pochi non distrutti durante il Secondo conflitto mondiale dai soldati tedeschi in ritirata, ha una base quadrata e dalle linee generali sembra possa essere databile attorno all’anno Mille, mentre le strutture superiori risalgono con ogni probabilità alla fine del 1200. La bifora che lo caratterizza presenta elementi singolari: si tratta di una doppia colonna, in marmo greco, una intrecciata intorno all’altra. 
All’esterno, sul sagrato della chiesa, si trova una colonna di marmo grigio, di epoca romana, databile al IV secolo dopo Cristo. Non si conosce l’esatta funzione di questa colonna, tuttavia è possibile che fosse un segnale militare o più semplicemente, secondo alcuni studiosi, una pietra miliare che sorgeva sul corso della via Emilia. Spostata dalla sede originaria, venne capovolta e utilizzata per incidervi un’altra scritta. Quella originale risalente al periodo tra il 328 e il 332 è visibile ancora oggi nella parte bassa e fa riferimento all’imperatore romano Flavio Giulio Costanzo, meglio noto come Costanzo II, mentre quella incisa successivamente, dopo il 350, fa riferimento all’aspirante imperatore romano Flavio Magno Magnenzio. 

Le visite guidate sono state condotte da Marco Vallicelli che è nato e vive a Forlì. Si è laureato in Storia all’Università degli Studi di Bologna, dove è stato allievo del prof. Carlo Volpe per la Storia dell’Arte.È docente di ruolo per l’insegnamento della Storia dell’Arte negli Istituti Superiori di secondo grado. Ha scritto vari articoli su momenti, personaggi o luoghi significativi della cultura europea, pubblicati su riviste di carattere nazionale e internazionale. Da oltre trent’anni svolge il ruolo di conferenziere su monografie della Storia dell’Arte. 
Marco Vallicelli è autore di diverse pubblicazioni: “Cum Azuro et cum Auro. Marco Palmezzano: la famiglia e il genio”, sul pittore del Rinascimento forlivese Marco Palmezzano (2005); “Guida storico-artistica della chiesa della Santissima Trinità in Forlì” (2008); “Santuario Santa Maria di Misericordia e di Grazie in Forno” (2018), primo saggio completo sulla storia e l’arte di uno dei monumenti più significativi del Quattrocento italiano; “Il mio Canova. I capolavori di Forlì” (2024).
Dal 2018 Marco Vallicelli ha condotto e redatto i testi per l’Associazione Culturale “Antica Pieve” nel percorso di valorizzazione artistica e culturale delle Pievi del territorio romagnolo, che ha permesso di visitare finora 26 antichi luoghi di culto.
Nel 2020 gli è stata conferita la Melvin Jones Fellow, la massima onorificenza del Lions Club International. Nel 2023 ha ricevuto il “Premio Internazionale Spoleto Art Festival”.

Al termine delle due visite guidate il violinista Teddi Iftode ha eseguito tre brani molto apprezzati dai presenti: “Mission” di Ennio Morricone, “Adagio” di Tommaso Albinoni e “Ave Maria” di Franz Schubert.

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Marco Viroli

Marco Viroli è nato a Forlì il 19 settembre 1961. Scrittore, poeta, giornalista pubblicista, copywriter, organizzatore di eventi, laureato in Economia e Commercio, nel suo curriculum vanta una pluriennale esperienza di direzione artistica e organizzazione di mostre d’arte, reading, concerti, spettacoli, incontri con l’autore, ecc., per conto di imprese ed enti pubblici. Dal 2006 al 2008 ha curato le rassegne “Autori sotto la torre” e “Autori sotto le stelle” e, a cavallo tra il 2009 e il 2010, si è occupato di pubbliche relazioni per la Fondazione “Dino Zoli” di arte contemporanea. Tra il 2010 e il 2014 ha collaborato con “Cervia la spiaggia ama il libro” (la più antica manifestazione di presentazioni librarie in Italia) e con “Forlì nel Cuore”, promotrice degli eventi che si svolgono nel centro della città romagnola. Dal 2004 è scrittore e editor per la casa editrice «Il Ponte Vecchio» di Cesena. Autore di numerose prefazioni, dal 2010 cura la rubrica settimanale “mentelocale” sul free press settimanale «Diogene», di cui, dal 2013, è anche direttore responsabile. Nel 2013 e nel 2014, ha seguito come ufficio stampa le campagne elettorali di Gabriele Zelli e Davide Drei, divenuti poi rispettivamente sindaci di Dovadola (FC) e Forlì. Nel 2019 ha supportato come ufficio stampa la campagna elettorale di Paola Casara, candidata della lista civica “Forlì cambia” al Consiglio comunale di Forlì, centrando anche in questo caso l’obiettivo. Dal 2014 al 2019 è stato addetto stampa di alcune squadre di volley femminile romagnole (Forlì e Ravenna) che hanno militato nei campionati di A1, A2 e B. Come copywriter freelance ha collaborato con alcune importanti aziende locali e nazionali. Dal 2013 al 2016 è stato consulente di PubliOne, agenzia di comunicazione integrata, e ha collaborato con altre agenzie di comunicazione del territorio. Dal 2016 al 2017 è stato consulente di MCA Events di Milano e dal 2017 al 2020 ha collaborato con la catena Librerie.Coop come consulente Ufficio Stampa ed Eventi. Dal 2016 al 2020 è stato fondatore e vicepresidente dell’associazione culturale Direzione21 che organizza la manifestazione “Dante. Tòta la Cumégia”, volta a valorizzare Forlì come città dantesca e che culmina ogni anno con la lettura pubblica integrale della Divina Commedia. Da settembre 2019 a dicembre 2020 è stato fondatore e presidente dell’associazione culturale “Amici dei Musei San Domenico e dei monumenti e musei civici di Forlì”. Da dicembre 2020 è direttore artistico della Fabbrica delle Candele, centro polifunzionale della creatività del Settore delle Politiche Giovanili del Comune di Forlì. PRINCIPALI PUBBLICAZIONI Nel 2003 ha pubblicato la prima raccolta di versi, Se incontrassi oggi l’amore. Per «Il Ponte Vecchio» ha dato alle stampe Il mio amore è un’isola (2004), Nessun motivo per essere felice (foto di N. Conti, 2007) e "Canzoni d'amore e di funambolismo (2021). Suoi versi sono apparsi su numerose antologie, tra cui quelle dedicate ai Poeti romagnoli di oggi e… («Il Ponte Vecchio», 2005, 2007, 2009, 2011, 2013), Sguardi dall’India (Almanacco, 2005) e Senza Fiato e Senza Fiato 2 (Fara, 2008 e 2010). I suoi libri di maggior successo sono i saggi storici pubblicati con «Il Ponte Vecchio»: Caterina Sforza. Leonessa di Romagna (2008), Signore di Romagna. Le altre leonesse (2010), I Bentivoglio. Signori di Bologna (2011), La Rocca di Ravaldino in Forlì (2012). Nel 2012 è iniziato il sodalizio con Gabriele Zelli con il quale ha pubblicato: Forlì. Guida alla città (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2012), Personaggi di Forlì. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2013), Terra del Sole. Guida alla città fortezza medicea (foto di F. Casadei, Diogene Books, 2014), I giorni che sconvolsero Forlì («Il Ponte Vecchio», 2014), Personaggi di Forlì II. Uomini e donne tra Otto e Novecento («Il Ponte Vecchio», 2015), Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna («Il Ponte Vecchio», 2016), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna volume 2 («Il Ponte Vecchio», 2017); L’Oratorio di San Sebastiano. Gioiello del Rinascimento forlivese (Tip. Valbonesi, 2017), Fatti e misfatti a Forlì e in Romagna, vol. 3 («Il Ponte Vecchio», 2018). Nel 2014, insieme a Sergio Spada e Mario Proli, ha pubblicato per «Il Ponte Vecchio» il volume Storia di Forlì. Dalla Preistoria all’anno Duemila. Nel 2017, con Castellari C., Novara P., Orioli M., Turchini A., ha dato alle stampe La Romagna dei castelli e delle rocche («Il Ponte Vecchio»). Nel 2018 ha pubblicato, con Marco Vallicelli e Gabriele Zelli., Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol.1 (Ass. Cult. Antica Pieve), cui ha fatto seguito, con gli stessi coautori, Antiche pievi. A spasso per la Romagna, vol. 2-3-4 (Ass. Cult. Antica Pieve). Nel 2019, ha pubblicato con Flavia Bugani e Gabriele Zelli Forlì e il Risorgimento. Itinerari attraverso la città, foto di Giorgio Liverani,(Edit Sapim, 2019). Sempre nel 2019 ha pubblicato a doppia firma con Gabriele Zelli Fatti e Misfatti a Forlì e in Romagna volume 4 («Il Ponte Vecchio») e Forlì. Guida al cuore della città (foto di F. Casadei, Diogene Books). Con Gabriele Zelli ha inoltre dato alle stampe: La grande nevicata del 2012 (2013), Sulle tracce di Dante a Forlì (2020), in collaborazione con Foto Cine Club Forlì, Itinerario dantesco nella Valle dell’Acquacheta (2021), foto di Dervis Castellucci e Tiziana Catani, e I luoghi di Paolo e Francesca nel Forlivese (2021), foto di D. Castellucci e T. Batani. È inoltre autore delle monografie industriali: Caffo. 1915-2015. Un secolo di passione (Mondadori Electa, 2016) e Bronchi. La famiglia e un secolo di passione imprenditoriale (Ponte Vecchio, 2016). 

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