8 Maggio 2025
don dario+viceministro sisto

Si svolgerà venerdì 16 maggio alle 20,45 presso la Sala Zambelli della Camera di Commercio della Romagna (Forlì, piazza Saffi, 5) il convegno sul tema “L’utopia di don Dario: il carcere, un’opportunità per rinascere alla vita”, promosso dall’associazione Amici di don Dario, con il patrocinio del Comune di Forlì, della Camera di Commercio della Romagna e della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì.

L’iniziativa è la prima di una serie promossa dall’associazione per celebrare i 30 anni di attività e i 10 anni dalla scomparsa di don Dario Ciani (nella foto a sinistra) e si pone l’obiettivo di favorire una riflessione sul carcere e sul ruolo di tale istituzione, al fine di promuovere azioni rieducative e lavorative nei confronti detenuti in grado di ricostruire personalità fragili, mettere le basi per una vita futura dignitosa e sfuggire dal rischio di recidiva. Don Dario Ciani, nei suoi 22 anni di presenza come cappellano presso la Casa Circondariale di Forlì e nella sua veste di fondatore della comunità di Sadurano, è stato un costante punto di riferimento in questa direzione, incarnando pienamente sia il richiamo evangelico alla vicinanza alle persone detenute (“…ero in carcere e siete venuti a visitarmi… – Mt. 25,35) sia quanto prescrive la Costituzione italiana all’art. 27: “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.

L’associazione Amici di don Dario, costituita nel 1995 con la denominazione Amici di Sadurano, nacque per svolgere attività di supporto alla comunità fondata dal sacerdote forlivese, facendo propri i valori solidali verso le persone emarginate e fragili, compreso i detenuti. Dal 2015, anno della scomparsa di don Dario, l’associazione si pone il compito di promuovere i valori di inclusione sociale e solidarietà diffusa all’interno della comunità, che furono del proprio fondatore, con iniziative di sensibilizzazione e progetti sociali specifici, molti dei quali all’interno della Casa Circondariale di Forlì, in collaborazione con altre realtà sociali, in accordo con la direzione della struttura e con don Enzo Zannoni, attuale cappellano del carcere, successore di don Dario in questo delicato ruolo.

Nel corso dell’evento, dopo i saluti istituzionali di Alberto Bravi (presidente dell’associazione Amici di don Dario), di Gian Luca Zattini (sindaco di Forlì), di mons. Livio Corazza (vescovo di Forlì-Bertinoro) e di Rosaria Tassinari (deputato della Repubblica), interverrà Maurizio Gardini (presidente nazionale di Confcooperative e della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì) sul tema “Memoria ed eredità di don Dario”, forte della sua personale amicizia giovanile con il sacerdote scomparso. Seguiranno testimonianze di esperienze educative rivolte ai detenuti in carcere e fuori dal carcere illustrate da don Daniele Simonazzi (cappellano della casa circondariale di Reggio Emilia), di Daniele Versari (presidente dell’impresa sociale Altremani di Forlì) e di Giorgio Pieri (responsabile del servizio carcere dell’Associazione Papa Giovanni XXIII). Concluderà l’evento, in qualità di ospite d’onore, il vice-ministro alla Giustizia on. Francesco Paolo Sisto (nella foto a destra).

“Desideriamo con questa iniziativa – spiega Alberto Bravi – valorizzare l’eredità di don Dario, che è stato un innovatore, un cooperatore sociale della prima ora, un inquieto di fronte alle ingiustizie verso i più deboli, un instancabile promotore di umanità e un prete che ha dimostrato con la sua vita una dedizione totale ai valori evangelici, che lo hanno portato a vivere il sacerdozio in maniera piena, entusiasmante e, in certi casi, anche scomoda proprio per la radicalità del suo agire. Nello stesso tempo, ponendo l’attenzione sulle tematiche inerenti il carcere, intendiamo ribadire quanto sia importante una sinergia costruttiva fra volontariato, cooperazione sociale, imprese profit e istituzioni penitenziarie, per consolidare una progettualità rieducativa nei confronti dei detenuti che abbracci vari ambiti, quali la formazione, il lavoro, la cultura e la socializzazione”.

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