
FAENZA. Sabato 4 ottobre, alle 18, in occasione della 21ª Giornata del Contemporaneo, nella Project Room del MIC Faenza, inaugura l’installazione “World of Plenty” di Itamar Gilboa a cura di Alessandra Laitempergher.
“World of Plenty” affronta il paradosso tra abbondanza e scarsità di cibo nel mondo contemporaneo. Con tecnologie di neuroscienza all’avanguardia, Itamar Gilboa combina scultura in ceramica e video per indagare le dimensioni fisiche, neurologiche e sociali della fame. “World of Plenty” invita gli spettatori a confrontarsi con la devastante realtà della fame: i milioni di persone che ne soffrono, le vite perse ogni giorno e le strutture che alimentano la disuguaglianza.
Il cuore dell’installazione è costituito da 260 sculture in ceramica che rappresentano cellule cerebrali: tante quante le persone che muoiono di fame in 15 minuti, il tempo di un pasto veloce, di una pausa tra riunioni o di una visita a una mostra. Utilizzando la risonanza magnetica funzionale, l’artista ha analizzato la propria attività cerebrale stimolata dalla fame, elaborando modelli tridimensionali, realizzati con la stampa 3D e poi trasformati in sculture in ceramica. Le sculture poggiano su piastrelle realizzate a mano che rappresentano sezioni del cervello dell’artista, evocando il collasso sociale delle disuguaglianze. Su uno schermo appare il conteggio delle vittime della fame, vite ridotte a numeri, mentre da “Part One” — prima parte del film World of Plenty, presentata in anteprima — si sente il cadere di gocce che scandisce il tempo. “World of Plenty” fonde così esperienza personale e collettiva e invita a passare dalla percezione individuale alla consapevolezza comune, rendendo impossibile ignorare la crisi della fame.
“Ho iniziato questo progetto nel 2020, quando la fame era già una delle sfide più urgenti. — spiega Itamar Gilboa — Oggi la crisi è ancora più grave: comunità in Sudan, Haiti, Mali e nella Repubblica Democratica del Congo affrontano livelli catastrofici di insicurezza alimentare, mentre le immagini da Gaza ricordano che la fame non è astratta ma reale e mortale. World of Plenty è un grido d’allarme, un invito a rifiutarne la normalizzazione”.
Il progetto è presentato in anteprima e pensato appositamente per il MIC Faenza. Le sculture in ceramica sono state realizzate in collaborazione con Aida Bertozzi / Casa degli Artisti, che ha garantito un livello di qualità altissimo.
In occasione dell’inaugurazione della mostra Gilboa presenterà una performance dal vivo unica in dialogo con “Part One”, la prima parte del suo nuovo film, che è presentato in anteprima per l’occasione.
Itamar Gilboa (IL/NL, 1973) è un artista di Amsterdam il cui lavoro esplora l’intersezione tra arte, tecnologia, scienza e ambiente. Attraverso una meticolosa ricerca e raccolta di dati, crea installazioni scultoree immersive che affrontano l’identità da prospettive poetiche e accademiche. I dati personali diventano narrazioni statistiche che stimolano la riflessione sull’esperienza umana, sia individuale che collettiva. Al centro della sua pratica pone l’indagine su sé per raggiungere una comprensione condivisa.
L’installazione sarà visitabile fino al 23 novembre 2025.
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