Inflazione a doppia faccia. Mentre l’indice generale scende (dall’1,6 all’1,2), i prezzi del cibo tornano a salire. Lo attestano i dati Istat. I prodotti alimentari e le bevande analcoliche segnano un più 0,2 mensile invertendo la tendenza del mese precedente che aveva fatto segnare un meno 0,1.
La notizia peggiore però riguarda le tasche degli italiani. Secondo Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, il calo dell’indice generale non porta alcun beneficio. Ha poi proseguito, scrive La Discussione, che l’attuale situazione comporta una stangata di 438 euro all’anno per una famiglia con due figli di cui 250 solo per alimenti e bevande. Mentre le famiglie con un solo figlio subiscono rincari per 376 euro all’anno di cui 219 per cibo bevande. E conclude: in media, mangiare e bere, costa 173 euro in più rispetto all’anno precedente.
Quindi emerge con chiarezza che finché i prezzi di pane, latte e verdure continueranno a crescere il costo per le famiglie aumenterà.
Interessante anche l’analisi del Codacons. Secondo l’associazione la frenata dell’inflazione è dovuta quasi esclusivamente ai beni energetici. Mentre i prodotti alimentari crescono del 2,7 per cento e i servizi ricettivi e la ristorazione aumentano del 3,8 per cento.
L’articolo de La Discussione, firmato da Maurizio Piccinino, riporta anche il pensiero della Confesercenti. L’associazione di categoria è soddisfatta per il rallentamento dell’inflazione. Lo ritiene un risultato positivo che si accompagna al miglioramento del clima di fiducia, ma che non basta ancora a rilanciare i consumi, il vero malato dell’economia italiana. Per andare in questa direzione serve una spinta più forte e l’associazione di categoria suggerisce di agire sulla leva delle tasse, riducendo il carico su famiglie e imprese e abbattendo il costo del lavoro, per favorire una ripresa stabile della domanda interna.
Questo post è stato letto 24 volte
