Zuccatelli risponde a Lucchi

Il candidato di Leu raccoglie l'appello ai candidati fatto dal sindaco di Cesena. Per prima cosa chiede di eliminare le disuguaglianze

La risposta gi Giuseppe Zuccatelli (Leu)  all’appello ai candidati proposto dal sindaco di Cesena.


Caro Paolo, credo che il prossimo governo del nostro paese debba avere un solo obiettivo: rimuovere le ingiustizie sociali che sono state generate dalla crisi e dalla recente timida crescita economica.
Ingiustizie sociali crescenti che dilaniano il tessuto comunitario della nostra nazione e che mortificano il senso ultimo della nostra Costituzione.

Occorre farlo nel paese ed occorre farlo ancor di più qui nella terra in cui viviamo, in cui lavoriamo, in cui il nostro impegno per la comunità si esprime giorno dopo giorno: poiché Cesena e la Romagna non fanno eccezione rispetto al resto dell’Italia e la Romagna felix che noi tutti abbiamo conosciuto potrebbe svanire se non interveniamo con risolutezze ed urgenza.

 

Cesena (photo credits: https://www.flickr.com/photos/paolo_cst/)



Hai ragione Paolo quando evidenzi che, per lavorare bene al servizio del nostro territorio, occorre tenere saldo un filo diretto tra territorio ed istituzioni democratiche eppure ritengo che ogni sforzo, mio, tuo o degli altri candidati debba essere rivolto, prima ancora che ad immaginare opere da costruire, alla ricostruzione di un senso di comunità che è sempre più in crisi.

Questo dissolvimento di un tessuto comune, questo progressivo sfilacciarsi dei legami tra individuo ed individuo, tra giovani e anziani, tra italiani per nascita ed italiani per accoglienza, tra famiglia e famiglia è null’altro che il frutto maturo di pesantissime diseguaglianze che non solo la crisi economica ha generato ma che la risposta che il governo Renzi ha dato a quella crisi ha acuito e moltiplicato.

 

https://www.flickr.com/photos/ziowoody/

Cesena – Palazzo del Capitano (photo credits: https://www.flickr.com/photos/ziowoody/)



Basta camminare per le nostre periferie per accorgersi quanta rabbia, quanta insoddisfazione covi sotto strade ben pulite, parchi curati o scuole appena inaugurate.

E’ una rabbia che mette l’un l’altro contro coloro che sono stati impoveriti dalla crisi, che oggi sono impauriti da un lavoro precario o di-sperano per via di salari bassi come mai nella storia dell’Italia.

Ecco Paolo, prima di pensare come giustamente dobbiamo fare, alle grandi opere per il territorio fermiamoci a lavorare alla ricostruzione della nostra comunità ed eliminiamo le crescenti diseguaglianze che l’ammorbano.


Per farlo occorre un modello di sviluppo nuovo e del tutto in controtendenza rispetto a quello fin qui utilizzato in tutta la regione.

Da qualche anno, come tu ben sai, abbiamo scelto di inseguire il modello di sviluppo dell’ultimo decennio della Germania, abbiamo abbassato i salari e reso precario il lavoro per consentire alle grandi imprese di competere sui mercati internazionali e generare crescita del PIL grazie alla crescita delle sole esportazioni.

Abbiamo però così facendo impoverito i lavoratori, messo in crisi i consumi ed il commercio, azzoppato le piccole e medie imprese del nostro territorio.

Non possiamo continuare così. Questo modello che il PD di Renzi ha sostenuto, non può più reggere e le elezioni del 4 marzo prossimo lo renderanno evidente.

Dobbiamo invertire la rotta, prima che sia troppo tardi, e pensare ad uno sviluppo fatto di lavoro stabile, salari più alti, consumi interni crescenti e concorrenza internazionale basata sulla qualità del made in Italy, sull’innovazione dei nostri prodotti, sulla creatività dei nostri giovani.

Solo così diminuiremo le diseguaglianze, daremo respiro alle nostre periferie, ricostruiremo i legami perduti.


Da qui discende il mio impegno concreto per il nostro territorio.

1) Dobbiamo dare forza agli investimenti pubblici per rimettere in moto l’economia ed i consumi.

Ben venga allora la costruzione del nuovo ospedale. Non solo perché può innalzare la qualità dei servizi sanitari per uomini e donne, per le famiglie, per i sempre più numerosi anziani e grandi anziani.
Ma non basta.
Occorre proseguire con gli investimenti nella banda larga, realizzando tutte le opere che consentano di rendere effettivo il diritto di accesso alla rete come una risorsa globale che può influire in maniera determinante tanto sull’effettività dei diritti fondamentali, quanto sullo sviluppo delle imprese locali.
Dobbiamo investire di più, poi, nell’agricoltura, favorendo la riconversione verso una agricoltura pulita ed in particolare verso quella biologica. Vogliamo che questa agricoltura diventi attività di interesse economico centrale del nostro paese per la sua valenza sociale di sviluppo e crescita dei territori e di opportunità di lavoro bello e creativo per i giovani e non solo.
Vanno valorizzati il lavoro e i prodotti di qualità delle nostre terre e questo richiede investimenti pubblici.


2) Dobbiamo puntare sulla crescita della cultura, dell’innovazione e della creatività.

Occorre far seguire alla fase di semplice riqualificazione dei contenitori culturali – comunque importantissima – quella di “produzione” di cultura.
Se la produzione culturale non può che essere il frutto di un rapporto sempre più profondo tra le istituzioni già presenti nel territorio, allora l’Università, la Biblioteca Malatestiana, il Centro Cinema, le altre istituzioni, le associazioni culturali e gli operatori della cultura, devono essere rimessi al centro dell’attenzione della proposta politica quali soggetti promotori di quella crescita di lungo respiro che solo cultura, innovazione e creatività possono garantire a vantaggio di tutti i settori economici e di tutti i cittadini.
Ecco perché è necessario ridare ossigeno all’Università, aumentando i fondi di ricerca e rendendola un servizio universale e gratuito per tutti, così come è già la scuola.
Ampliamo l’offerta dell’università a Cesena e portiamo nel nostro territorio una facoltà di medicina che completi pienamente le competenze professionali e le strutture sanitarie del Bufalini .

Ecco Paolo, questo mi voglio impegnare a realizzare per la mia comunità e per il mio territorio. Lo voglio fare portando le mie competenze, la mia esperienza e la mia capacità di ascolto.

Se eventualmente riterrai utile volermi incontrare per discutere di queste proposte, considerami a tua completa disposizione.
Con affetto, ti saluto.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.