Presentato entro fine anno. Consumo zero del territorio. Tutto si giocherà sugli indici. Piccoli margini di manovra per il produttivo
Entro fine anno sarà presentato il nuovo piano strutturale o Prg, che dir si voglia. Di fatto è già pronto. Fra non molto verrà presentato alla Regione e poi sarà discusso.
Non aspettatevi di essere stupiti con effetti speciali. Il Prg non è più la stessa di un tempo. In passato è sempre stato sinonimo di sblocco di aree edificabili e i proprietari di terreno lo guardavano con particolare interesse.
Adesso non sarà più così. Sarà un Piano a consumo zero del territorio. In primo luogo perché lo prevede il nuovo piano regionale. Ma se anche non ci fosse stata l’accetta bolognese la decisione sarebbe stata comunque quella.
Per la verità il Piano sarà a consumo zero del territorio per quanto riguarda il residenziale, mentre per il produttivo un piccolo margine di manovra ci sarà. Il Piano regionale concede di poter ampliare l’attuale maglia del tre per cento. Non che ce ne sia un bisogno eccessivo. Volendo di capannoni vuoti ce ne sarebbero. Però quel tre per cento serve soprattutto, se non esclusivamente, per permettere ad aziende già presenti di potersi ingrandire per rispondere alle nuove esigenze aziendali.
È una norma che mi pare di buon senso. Bisognerà però vigilare che non ci siano furbate: richieste di ampliamento poi non utilizzate dall’azienda direttamente.
Per quanto riguarda il residenziale non saranno sbloccate nuove aree. Tutto dovrà passare dal recupero dell’esistente: immobili oppure aree dimesse.
Giusto, ma anche in questo caso bisognerà fare attenzione perché non è che vada tutto bene madama e la marchesa. Il problema sono gli indici edificatori. Se si esagererà il rischio potrebbe essere quello che creare degli alberi di trenta piani.
Ritengo di poter dire che è un pericolo che a Cesena non si correrà. La garanzia è Orazio Moretti, assessore all’Urbanistica bravo e preparato. Resta però il fatto che gli indici edificatori saranno forse l’elemento più importante di un Piano che non prevederà aree, ma norme.
Comunque, tornando agli indici, non è che siano una novità in assoluto. Non solo sono sempre esistiti e, spesso, sono stati motivo di scontri fra forze politiche. Ricordo, ad esempio, quanto fu lunga e articolata (per usare un eufemismo) la trattativa per l’area Sacim a Torre del Moro, comparto che poi, fino ad ora, non è partito, ma che resta molto interessante.
Naturalmente tutto è legato all’andamento del mercato che, in questo momento, potrebbe riprendersi perché gode di una congiunzione astrale favorevole: prezzi bassi (trenta per cento circa), interessi molto bassi e disponibilità delle banche a finanziare il cento per cento dell’investimento.
Secondo Tecnocasa sono circa 1.800 i potenziali acquirenti nel cesenate. Non sono pochi.
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