Il frate predicatore – Le storie romagnole di Fiorenzo Barzanti

Il mese di maggio era speciale a Santmen (San Tomaso) bel paese sulle colline cesenati. Era il mese dedicato alla Madonna e tutte le sere si diceva il rosario all’aperto simulando le stazioni della Via Crucis a 300 metri dalla chiesa. Nei 4 venerdì (alla sera) in chiesa veniva fatta una funzione religiosa con una predica lunga e corposa. Il prete di Santmen si chiamava Donantoni (Don Antonio Francisconi). Al rosario partecipavano tutte le donne, i bambini e qualche uomo (i democristiani) della parrocchia. Infatti i contadini erano tutti amici ma avevano una connotazione politica (eravamo agli inizi degli anni 60). In media ogni 5 vi erano tre comunisti, un democristiano ed un repubblicano.

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Tranne i contadini del prete che erano tutti democristiani. Donantoni era un prete di campagna, curava bene i suoi poderi, parlava in dialetto e curava le anime in modo semplice e genuino. Per le prediche dei quattro venerdì chiamava un prete forestiero che aveva studiato molto e che parlava in modo forbito. Quell’anno venne un frate Capuccino: Padre Fernando. Mio babbo era il più grande amico di Donatoni (anche se era comunista ed il prete democristiano). Fra le varie passioni in comune vi erano il sangiovese ed una cosa che non sta bene dire per un prete. La settimana prima delle prediche Donantoni veniva a casa mia e attorno a un fiasco di sangiovese diceva a mio babbo: ta me da fe un piaseir (mi devi fare un piacere), tu non vieni mai in chiesa anche se so che preti non li mangeresti come in Russia ma devi venire alle prediche e fare finta di stare attento. Non solo ma devi invitare anche tutti gli altri comunisti e repubblicani che si fidano di te. Mio babbo infatti aveva un grande carisma. Ed era di quei comunisti che diceva: arcurdiv burdel che gnanca in Rossia impela al vidi cun i salem (ricordatevi che neanche in Russia usano i salami per impalare le viti). Oggi si direbbe che aveva precorso i tempi.

Fu così che la chiesa nelle quattro serate era strapiena. Tutte le donne ed i bambini nelle panche, tutti gli uomini in fondo. Donantoni faceva bella figura con il frate forestiero ma soprattutto con il Vescovo di Cesena che lo portava su un palmo di mano (anche perché gli portava molti denari dei raccolti dei suoi contadini). Fra i parrocchiani presenti in fondo alla chiesa c’era anche e Din ad Marchett (Dino Sacchetti). Era un repubblicano e come tutti gli altri aveva rughe profonde e l’aspetto di uno che lavorava duramente i campi. In più (ma un’era un pche’ non era un peccato come si diceva all’ora) era molto piccolo, molto robusto anzi quasi rotondo. Don Fernando cominciò la predica quasi urlando e minacciando dicendo all’incirca: ‘’….voi non sapete quanto siete fortunati, mangiate e bevete tutti giorni, ottime galline ed ottimo vino. In Africa muoiono di fame. Verrgognatevi’’. E rivolgendo lo sguardo e puntando il dito verso il povero Din ad Marchett: ‘’.. e tu ti devi vergognare più di tutti gli altri, grasso come sei tu rubi il cibo ai poveri’’. Ci fu un lungo attimo di silenzio.

Si trattava di persone che lavoravano come bestie ed a malapena riuscivano a sfamare la famiglia. Il povero Din avrebbe voluto scomparire. Allora mio babbo fece un passo avanti e disse: Donantoni nun a sem ufeis o ste’ fre e dmanda scusa o a sandem a ca (Don Antonio noi siamo offesi, o questo frate chiede scusa o usciamo dalla chiesa): Il frate, dopo che si era fatto tradurre, non ne volle sapere. Allora tutti gli uomini (democristiani compresi) uscirono e andarono a fare una bevuta. Qualche giorno dopo Donantoni incontrò mio babbo e gli disse: stà tran quel che che fre’ un ven pio’ (stai tranquillo che quel frate non viene più).

Fiorenzo Barzanti

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Fiorenzo Barzanti

Ingegnere, vive a Cesena. Ha lavorato per oltre 30 anni in aziende private di livello nazionale ricoprendo diversi ruoli fra i quali: Direttore di Produzione, Direttore Commerciale, Direttore Generale. La sua vera passione è il Settore Commerciale nel quale ha sviluppato una profonda conoscenza e professionalità e per il quale svolge consulenza aziendale. Ha scritto il libro; ‘’Vendere è come farsi la barba, se non lo fai tutti i giorni diventi un barbone’’. Figlio di contadini , coltiva la passione per il dialetto romagnolo e scrive storie vere di vita contadina sulle colline romagnole di Cesena fine anni 50 – inizio anni 60. (e-mail barzanti.fiorenzo@gmail.com)