Giuliano Zignani (Uil) invita ad alzare il livello del dibattito in vista delle elezioni. E chiede di partire dal produttivo per ridare al territorio quei fondamentali che fino ad ora sono stati la nostra salvezza
Le elezioni sono sempre più vicine. Però ancora non sembra esserci quell’attivismo che mi attendevo. Di sicuro una cosa però mi sembra di poterla dire: non si parla a sufficienza di lavoro e quando lo si fa l’argomento non viene approfondito in maniera adeguata. È un problema nazionale, ma anche locale. Quindi ha ragione chi sostiene che la parola lavoro è troppo dimenticata nel dibattito preelettorale locale e va recuperata.
Del resto l’obiettivo di un politico è molto chiaro: creare ricchezza e distribuirla nel modo più equo possibile. Ebbene, mi piacerebbe sapere cosa hanno intenzione di fare i politici cesenati per creare ricchezza. È anche, come intendetebbero redistribuirla. Per quanto riguarda il secondo aspetto è chiaro che si debba partire dal bisogno. Non andrebbe lasciato indietro nessuno. Però, forse, sarebbe anche arrivato il momento di studiare qualche tutela per il ceto medio (ormai ex). È stato la forza dell’Italia, ma la crisi economica lo ha messo in forte difficoltà senza che nessuno se ne occupasse veramente. E, sembra, che sia anche il grande dimenticato dalla nuova manovra economica del governo.
Però prima la ricchezza bisogna crearla. Per farlo sono necessari dei provvedimenti, ma prima di tutto serve la consapevolezza che sia necessario intervenire. C’è questa consapevolezza? Giuliano Zignani, segretario regionale della Uil, non ne è convinto. Soprattutto teme che non ci sia la consapevolezza che viviamo una situazione di emergenza. “Non ci dobbiamo dimenticare che nell’ultimissimo periodo l’economia di Cesena è stata colpita da uno tsunami vero e proprio. Due banche hanno fallito. Altrettanto ha fatto il Cesena calcio. Un colosso come la Trevi ha avuto grossi problemi. L’edilizia è ai minimi storici e fatica a ripartire. Ma anche il mondo delle piccole e medie imprese ha sofferto e continua a farlo. Ci siamo salvati solo perché avevamo dei fondamentali molto buoni. Altri territori difficilmente avrebbero resistito. Però ci siamo giocati tutti i jolly. Adesso serve una inversione di tendenza. È quella deve arrivare dalla politica. È per quello che il lavoro dovrebbe essere il tema principale della prossima campagna elettorale. Dobbiamo non solo rafforzare l’esistente, ma anche create delle nuove fondamenta”.
Le valutazioni devono partire da un dato di fatto: è acclarato che con l’industria 4.0 saranno fortemente penalizzati i lavori manuali. E questo sarà un problema grosso per Cesena. Non dobbiamo sottovalutare il fatto che la nostra economia non è molto high tech. L’aspetto manuale resta predominante. Quindi è di quelle più a rischio.
E forse non è un caso che in zona è forte l’incidenza del caporalato. “È un fenomeno che mi preoccupa molto” dice Zignani che anche in questo caso chiede che sia fatto un passo in avanti nella consapevolezza del problema. Anzi, ha ragione da vendere quando dice che se ne parla troppo poco. Per tutelare i lavoratori serve anche porre un argine a questo fenomeno. “Per farlo – aggiunge Zignani lanciando un monito alla politica – serve essere sintonizzati sempre sul problema. Non solo quando ci sono episodi eclatanti”.
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