Sì governa solo con il buonsenso

Servono esperienza, preparazione, studio e tanta mediazione. Con gli slogan si deve sempre alzare l'asticella e si rischia di andare a sbattere

Difficile prevedere come andrà a finire la disputa fra Lega e 5Stelle. Però questa vicenda ha dimostrato alcune cose. Innanzitutto che gli accordi innaturali sono difficili. Potrebbero esistere se si esercitasse, portandola all’estremo, la mediazione, quella che dovrebbe essere la principale caratteristica di chi governa.

 

Se, invece, le scelte sono fatte in base agli umori della base (o di una parte di essa) ecco che tutto diventa molto più difficile. Se poi ci metti il carico da undici spingendo all’estremo la comunicazione tutto si complica ancora di più. Per esasperare continuamente i toni bisogna sempre alzare l’asticella, ma si rischia di arrivare al punto di non ritorno.

La strategia è giusta se si è all’opposizione, non al governo. Ma come, mi si potrebbe obiettare, non sei tu quello che hai sempre sostenuto che bisogna essere di lotta e di governo? È vero. Ma la mia visione è completamente diversa. Essere di lotta e di governo per me significa stare sempre e comunque tra la gente, ascoltare gli  umori e i desiderata poi però tradurli in provvedimenti che siano compatibili con l’esigenza della cosa pubblica. Perché tutto passa dalla compatibilità che fa rima con mediazione. Anche in politica non si può volere tutto e subito. Anche i comitati dovrebbero esserne consapevoli. Cosa che non avviene quasi mai.

 

Il problema quindi è di consapevolezza. Non si può governare con gli slogan. Serve il buonsenso. Ma, io credo, ci sia anche un deficit di esperienza e preparazione. Per quanto riguarda i 5Stelle non lo sostengo da adesso. Lo scrissi a chiare lettere anche nel mio libro “Vent’anni a Cesena” pubblicato quasi tre anni fa. Sia chiaro, quelli non sono deficit solo dei pentastellati. Ma nel loro caso emergono con evidenza in quanto sono loro a voler dare lezioni. Il loro peccato originale è quello: mostrare superiorità.

Invece sono sempre stati, e sempre lo saranno, un partito come tutti gli altri (come scrissi quasi tre anni fa). Lo dimostrano le vicende legate all’approvazione del Def. Ma anche quello che sta succedendo a Cesena e che succedono ogni volta che c’è da scegliere un candidato. Cinque anni ci fu una lacerazione, ma fa la colpa fu data a Spartacus. Adesso che non c’è più però  succedono cose simili. Tutto catalogabile alla voce “scontri interni”.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.