Nonostante i due giorni di festa consecutivi non ci siamo fatti mancare niente
Nonostante i due giorni di festa consecutivi, è stato un fine settimana ricco di contenuti. Soprattutto a livello nazionale, ma spunti non sono mancati neppure in ambito locale.
Partiamo da Cesena. In centro c’è stata l’affluenza delle grandi occasioni. Soprattutto in piazza della Libertà. Che piazza del Popolo funzioni invece non è più una novità. Al di là delle polemiche che hanno accompagnato (e ci accompagneranno fino all’Epifania) sulle installazioni in piazza della Libertà, l’andamento di questi giorni dimostra che il centro di Cesena (che è bello) funziona, ma non per grazia ricevuta. Serve organizzare degli eventi e se sono nazional popolari il cuore della città è più attrattivo (meteo permettendo) di un centro commerciale.
Novità sono arrivate anche dal punto di vista politico. Dialogando a distanza con il repubblicano Luca Ferrini, Enzo Lattuca ha fatto ulteriore chiarezza su quelle che saranno le sue intenzioni. In un’intervista pubblicata sul Corriere Romagna ha detto che vi sarà un ricambio delle persone. Non ha usato il termine rottamazione, perché non gli piace, ma ha fatto capire che la linea sarà quella. Poi ha concluso dicendo che sul piano comunicativo si impegnerà molto anche sui social, affiancato da esperti del settore e da una cinquantina di attivisti. E questa è una novità, in quanto il Pd non è mai stato particolarmente forte in quel mondo.
Intanto, però, le grosse novità arrivavano dal piano nazionale, fronte nel quale il Pd ha l’elettroencefalogramma piatto. Ma l’assenteismo del Pd non pesa. Di carne al fuoco né è stata messa tanta. Fare una sintesi è impossibile. Provo a fare una scelta. Gli spunti più importanti riguardano la Lega e l’ecumenismo di Salvini. Durante la manifestazione di sabato il leader del Carroccio ha abbandonato i toni da piazzista per gestire quelli più rassicuranti. È proprio vero: si nasce incendiari e si muore pompieri. Mi aspettavo un simile cambiamento, ma non così in fretta. Ma la notizia del comizio è anche un’altra: non ha parlato di centrodestra. Si è messo in proprio? Attento alle ubriacature.
Ma, secondo me, il vero affondo leghista c’è stato domenica. Salvini ha incontrato il mondo economico. Quello definito il mondo del Pil che, nei giorni scorsi, aveva manifestato il proprio malessere facendo arrabbiare il buon Matteo che, prima li ha attaccati e poi ha fatto retromarcia e li ha incontrati. Il vertice non è una novità. Ci sta che il segretario di un partito incontri gli esponenti dell’economia. È inusuale che succeda nella sede del ministero degli Interni dove si dovrebbero tenere incontri di ben altro genere. Gli imprenditori invece dovrebbero essere ricevuti al ministero dello Sviluppo economico o a palazzo Chigi. Stranezze di questo governo.
Intanto però i 5Stelle tornano in piazza. Lo fanno con il leader storico (Beppe Grillo) e non con Di Maio, capo politico. Gioco delle parti o visione diversa? Non lo so. Solo il tempo lo dimostrerà. Una cosa è certa, dopo l’analisi del Censis la risposta più concreta è arrivata dalla Lega. Il rapporto 2018 ha certificato che siamo entrati in una nuova fase sociale. Ora le parole d’ordine sono: patria, sovranità e confini. Il Censis ha coniato il termine “sovranismo psichico”, saper stare in un mondo sempre più globale, ma con un modello che deve essere tutto nostro. Secondo Giorgio De Rita, segretario generale del Censis, c’è una domanda di regole sempre più forte.
Tutto però ruota attorno al lavoro. Dal rapporto emerge che l’Italia è delusa perché ha creduto alla ripartenza dopo la grande crisi, ma se pure l’economia ha dato segni di vitalità, non si sono visti gli effetti nella società. E i risultati si sono visti il 4 marzo. E la situazione si normalizzerà quando si darà una risposta al primo dei problemi. Quello non si risolve per decreto: ma con lo sviluppo. Serve un’economia che riparta dando dividendi dal punto di vista del lavoro e delle retribuzioni. Il resto conta poco.
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