No effetti speciali e non bisogna scimmiottare nessuno
Questa mattina, mentre sperimentavo un nuovo tipo di cottura (è ottimo) delle patate per fare gli gnocchi, ho scorso la mia personalissima rassegna stampa. Devo dire che non ho trovato spunti molto interessanti. Due le cose che mi hanno attirato. Innanzitutto Il Foglio che ha fatto una scelta inusuale, ma interessante. Ha dedicato tutta la prima pagina al calcio. L’apertura è tutto un programma: il dramma di essere interisti. Interessante anche il titolo del box alto: le colpe di Sarri e quelle di Collovati.
Inoltre mi ha attirato un titolo de Linkiesta: ecco i cinque motivi per cui Salvini è un fenomeno. Il pezzo di Andrea Fioravanti ruota attorno ad un libro che uscirà il 28 febbraio. Ovviamente il leader leghista ne esce molto bene. E, la domanda che mi sono posto è: può essere battuto? Per cercare di avere una risposta sono andato nella sede del Pd di piazza del Popolo a sentire Matteo Richetti. Sì, lo so, questa mattina c’era la prima uscita ufficiale di Andrea Rossi, candidatura di tutto rispetto. Però a me le presentazioni/convention non sono mai piaciute ed ora che non lavoro per un quotidiano difficilmente le seguo anche perché, diciamoci la verità, eventi come questi sono molto passerella. Poi per conoscerlo meglio avrò i prossimi tre mesi. Non un giorno.
Quindi sono andato a sentire Richetti. Non mi aspettavo niente di particolare. Però volevo capire se il Pd nazionale ha peso specifico. Onestamente sono rimasto col dubbio. Però Richetti mi è piaciuto. Non lo conoscevo. Se non di fama. Mi ha impressionato favorevolmente. Poi resta da capire se è tutto chiacchiere e distintivo oppure se è esattamente come si è presentato. Mi è piaciuto soprattutto perché non ha cercato di stupire con effetti speciali, ma è stato estremamente concreto. Ho apprezzato quando ha detto che il Pd deve avere una sua identità senza cercare di scimmiottare nessuno. Parole sante. Se copi sei sempre la brutta copia dell’originale. Poi quando ha aggiunto “sono stanco di tradire le persone”, “non dobbiamo essere una somma, ma trovare un terreno comune”, “chi non rispetta le regole va punito”, “all’interno del partito non ci può essere un continuo dibattito. È necessario fare una sintesi”.
Tutte frasi che ho apprezzato perché sono parole nelle quali mi sono riconosciuto. Inoltre mi piacerebbe che le facessero proprie i candidati a sindaco ai quali chiedo di non cercare di stupire con effetti speciali, ma di essere estremamente concreti tenendo presente che alla città servono programmi in grado di consolidarsi nel tempo, non di garantire tutto è subito. La gatta frettolosa fa i figli ciechi.
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