Il governo non cadrà, na, sempre più, si assisterà alla tecnica del rinvio
Sconfitte le multinazionali del digitale. Nonostante la loro azione di lobbying, l’Europarlamento approva la direttiva Ue per il diritto d’autore in rete: 348 i favorevoli, 274 i contrari e 36 gli astenuti. Tra gli sconfitti ci sono anche Lega e 5Stelle che si erano schierati in difesa dei giganti del web.
La notizia è fresca, quindi ancora non ci sono prese di posizioni ufficiali. Di certo arriveranno. Forse non dei leader. Comunque Salvini e Di Maio non hanno bisogno di questa passerella per tenere banco sull’informazione. Loro continuano ad essere al centro dell’attenzione. E lo saranno ancora per un pezzo. Perché non credo che il governo cadrà. Nessuno ha interesse a dargli una spallata. Salvini ci sta come un pascià. Nonostante fino ad ora di concreto abbia fatto poco gli italiani gli stanno dando una grande apertura di credito. Lui se la prende tutta a spese, soprattutto dell’alleato di governo (i 5Stelle) che non si può permettere di rompere. Sa che se lo facesse si andrebbe ad elezioni e con l’aria che tira non andrebbe molto bene.
Ma di andare al voto non ne ha nessuna voglia nemmeno Salvini che sa che se si tornasse alle urne dovrebbe fare accordi con Berlusconi, cosa che non lo garba per nulla, come scrive oggi Francesco Verderami sul Corriere della Sera. Va da sé che, quindi, i due azionisti di governo continueranno ad esserlo anche adottando scelte che possono essere discutibili, ma pagano.
Lo fa notare Dario Di Vico, sempre sul Corriere della Sera di oggi. Parte dal presupposto che si entra in un semestre bianco, il lasso di tempo che ci separa dalle Europee, periodo nel quale verrà mosso poco o nulla. Scrive Di Vico: cosicché, come è già successo per la Tav o per l’adeguamento delle pensioni, la scelta più facile da adottare è quella di lanciare la palla in avanti per bypassare aprile e maggio. E di volta in volta Giuseppe Conte, Matteo Salvini o Luigi Di Maio appaiono come quei rugbisti che appena riescono a uscire da una mischia hanno un solo obiettivo: calciare il più lontano possibile. Con questa tattica di gioco i maggiori player della politica italiana pensano di riuscire, almeno nel breve, a mascherare le profonde divisioni di cultura politica, di differenti constituency elettorali e di incerti collegamenti internazionali che si sono palesate tra Lega e Cinque Stelle in questo primo scorcio di legislatura e che hanno originato le più incredibili piroette. I maggiori leader sono diventati tutti e tre degli specialisti dell’altrovismo, studiano con grande applicazione mosse e spostamenti in maniera da essere sempre in un altro luogo rispetto a quello in cui dovrebbero esercitare il loro ruolo e la responsabilità istituzionale che ne consegue. Probabilmente è anche questa una novità della politica dell’era di Facebook e Instagram, scelgono con cura maniacale le tracce che vogliono lasciare. E soprattutto quelle che non vogliono. La conseguenza è che la comunicazione è sempre ricca e i problemi sempre orfani.
Ma, aggiungo io, il Paese può permetterselo?
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