Andrea Rossi punta a intrecciare cultura e turismo
“Troppe volte sento ripetere che Cesena non potrà mai avere una sua identità turistica e che, dunque, l’unica strada per intercettare visitatori è quella del ‘sistema Romagna’. Pur ritenendo fondamentali le sinergie con il mare e con le nostre aree collinari, io la penso in maniera opposta: Cesena turistica non è il progetto ambizioso di un visionario, ma una realtà che va solo messa a sistema, calandola nei giusti circuiti e investendo in modo strategico nella sua promozione”.
Intrecciando cultura e turismo, Andrea Rossi ribadisce un punto nevralgico del suo programma elettorale, quello del rilancio dell’incoming che, nella sua visione, si interseca con un percorso artistico cittadino di altissimo livello: “Cesena non è solo la Malatestiana – spiega – ma è una città ricca di beni e tradizioni culturali valorizzate solo in minima parte”.
E per una mappatura integrata dei “tesori dimenticati” della città, la lista civica Cambiamo si è affidata alla competenza di Patrizia Martinelli – autrice, studiosa e ricercatrice universitaria – che avrà il compito di individuare tutti quei beni che l’indifferenza e l’analfabetismo culturale in questi anni hanno sempre sottratto agli occhi dei cesenati. Come, ad esempio, la Meridiana del Vescovo Marinace, forse il più antico orologio solare medievale mai censito in Italia che si trova a fianco della porta della sacrestia del Duomo.
“La meridiana – spiega la Martinelli – purtroppo, è ancora priva di una lastra protettiva, di un punto luce adeguato e di una targa che ne illustri caratteristiche e probabile datazione. L’oggetto è stato rinvenuto la prima volta nel 1681 e la sovrastante epigrafe è stata collegata alla sepoltura di Gregorio Malesardi, vescovo di Cesena dal 1408 al 1419. Il secondo ritrovamento è datato 1959: durante un parziale restauro del Duomo, la lastra è emersa rivolta verso il basso, usata come copertura di un piccolo loculo contenente una cassetta di piombo piena di ossa umane”.
“L’orologio – prosegue la Martinelli – potrebbe essere un mero ornamento funebre: esso, infatti, compare spesso come simbolo della fugacità dell’esistenza. Lo studioso Mario Arnaldi invece è convinto che si tratti di un vero orologio solare medievale a quadranti verticali (posto, in origine, su un muro esterno). La scritta che reca si presta a tre possibili interpretazioni: 1) quella che fa riferimento a Gregorio Malesardi, vescovo di Cesena dal 1405 al 1419; 2) Quella secondo cui MARC stia per MARCO, un vescovo vissuto fra il VII e l’VIII secolo; 3) quella che MARC stia per MAR(INA)C(IUS): Marinace, vescovo cittadino dal 1016 al 1022. In conclusione – è la sintesi della Martinelli – propendendo per il vescovo Marco (VII-VIII secolo) ci troveremmo davanti al più antico orologio solare medievale mai censito in Italia, optando invece per Marinace (1016-1026) per uno dei più antichi”.
“In sintesi – conclude Rossi – Cesena dispone di un prezioso esempio dell’ingegno umano che vale la pena di conoscere e far conoscere. Sarebbe opportuno, pertanto, valorizzare il pezzo con luci adeguate e pannelli informativi ed inserirlo fra i beni cittadini degni di una sosta. Nel nostro percorso culturale che metterà in rete tutti i tesori di Cesena, anche quelli che oggi nessuno conosce, la Meridiana del Vescovo Marinace non verrà dimenticata”.
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