Intervento di Rossana Serranò (A Sinistra)
Il “grembiule” come pezza per coprire carenze strutturali e pedagogiche. È questa l’estrema sintesi del pensiero di Rossana Serranò (A Sinistra). La nota.
È dagli anni ‘70 che si parla di grembiule. Ad oggi pensavamo fosse una questione archiviata, abituati, nel dibattito pedagogico, quello serio, a discutere e sentir discutere di altri argomenti: inclusione, bisogni speciali, metodologie attive…
Se il governo volesse davvero puntare sull’istruzione dovrebbe investire su queste questioni: inclusione, formazione e selezione degli insegnanti, infrastrutture scolastiche.
Come sostiene la stessa associazione Nazionale dei presidi, l’emergenza è un’altra: “solai e controsoffitti che andrebbero monitorati”, a cui si aggiungono classi e sezioni dell’infanzia a dir poco affollate, che raggiungono 28-30 studenti, che non consentono certo la cura e il tempo necessari al rispetto delle diversità individuali e ai “ bisogni speciali” in una ottica inclusiva che solo può fornire uguali opportunità a scuola.
Nella nostra città, a Cesena, possiamo garantire un sostegno alla scuola pubblica, contenendo le sezioni della scuola dell’infanzia ad un massimo di 20 bambini e possiamo sviluppare una sempre più attenta formazione come supporto agli insegnanti in accordo con il Centro di documentazione educativa.
Sorprende poi che lo stesso ministro dell’istruzione, Marco Bussetti, si sia detto favorevole al grembiule perché annullerebbe le differenze sociali. Un ministro dell’istruzione dovrebbe sempre maneggiare un po’ di pedagogia e di didattica. Come può una divisa annullare le diseguaglianze culturali ed economiche e far sentire gli studenti parte di una comunità? Per questo servono politiche economiche ad hoc, progettualità educativa e didattica attiva.
Sul fronte dell’investimento all’istruzione il governo è completamente assente. A meno che non si ammetta che queste diseguaglianze si vogliano coprire con strumenti obsoleti piuttosto che gestirle.
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