La nota di Maria Elena Baredi (A Sinistra)
La scuola al centro dell’impegno della nuova amministrazione comunale è il pensiero di Maria Elena Baredi (A Sinistra). La nota.
Una mobilitazione generale coinvolgerà domani tutti gli insegnanti d’Italia: è il Teacher pride. Martedì 21 maggio, alle ore 11, ogni insegnante, studente, cittadino che voglia riaffermare la libertà di pensiero e di insegnamento, dovunque si trovi, interromperà le proprie attività, si metterà in piedi e leggerà di seguito gli articoli 21 e 33 della Costituzione, per protestare contro l’assurdo provvedimento che ha sospeso un’insegnante a Palermo, accusata di non aver censurato la ricerca di un gruppo di ragazzi di 14 anni.
Questo fatto costituisce una minaccia reale alla libertà d’insegnamento ed è un attentato gravissimo contro diritti sanciti dalla costituzione, come la libertà di opinione.
Chi ancora ritiene che certi gesti del ministro dell’interno siano solo semplici pagliacciate deve ricredersi e subito, per non essere complice. Ciò che è accaduto è un atto di forza teso a intimidire i cittadini tutti, aldilà della categoria degli insegnanti, direttamente colpita.
Se si è partiti dalla scuola non è casuale. La scuola è il luogo dove si impara l’abbecedario della convivenza civile, del rispetto delle diversità, dei diritti e della democrazia.
A partire dalle scuole dell’infanzia, che devono essere invece progettate con idee lungimiranti e “grandi”. Per questo nella nostra proposta politica per il governo della città: scuola, formazione, educazione e istruzione sono al primo posto. A partire dai nidi e dalle scuole dell’infanzia.
La scuola è il primo terreno di incontro tra le differenze, anche culturali, che in quell’ambito vanno incoraggiate e facilitate. I bambini stranieri che arrivano in Italia trovano in essa la prima vera accoglienza. E i bambini italiani hanno lì il primo incontro con l’altro che, attraverso la scuola, può diventare un compagno e un amico, una persona con cui relazionarsi e da conoscere, piuttosto che un capro espiatorio su cui riversare colpe, frustrazioni, responsabilità della società.
Vogliamo sezioni di massimo 20 bambini e sostegno agli insegnanti nei percorsi di formazione, perché non vanno lasciati da soli ad affrontare le sfide dell’interculturalità.
Non basta il buon cuore ma serve personale esperto, al quale va data la possibilità di formarsi e i mezzi per operare.
Il centro di documentazione educativa va potenziato in quest’ottica, per affrontare le nuove emergenze pedagogiche. Chiediamo una settimana all’anno di approfondimento sui temi della scuola e dell’educazione che possa coinvolgere tutta la città, gli operatori, gli insegnanti, perché Cesena deve diventare un punto di riferimento per una pedagogia all’avanguardia.
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