In questi giorni abbiamo assistito ad una curiosa combinazione di notizie riguardanti la cultura cesenate: la decisione dell’Amministrazione di aumentare di 250.000 Euro il contributo ad ERT per la gestione del Teatro Bonci, la visita nella Commissione Consiliare del Presidente Daniele Gualdi per illustrare il bilancio consuntivo 2012 di ERT, la presentazione del cartellone teatrale della prossima stagione.
Casuale o meno che sia tale combinazione, il risultato conferma ed acuisce le nostre ormai consolidate preoccupazioni.
il nuovo Santo Patrono di Cesena, Santo Icarus, ha dispensato numerosi contentini, tra i quali uno dei più sostanziosi ad ERT.
La Fondazione Emilia Romagna Teatro ritornerà quindi a percepire 1.000.000 di Euro, una cifra molto vicina a quelle degli anni d’oro.
In decisa controtendenza rispetto a quanto si sarebbe dovuto fare a nostro avviso, ci si lega ancora di più mani e piedi ad una gestione che, in dodici anni (dicasi dodici) non ha portato valore aggiunto di rilievo né al nostro territorio né al cartellone del nostro Teatro.
Nel 2011, in occasione del decimo anniversario della gestione ERT, si disse e si scrisse che ci sarebbe stato un salto di qualità, fatto di collaborazione con i privati e ingresso di nuovi teatri nella compagine sociale.
Niente di tutto ciò: i privati sono ancora ignorati quando non vissuti con fastidio, e i teatri gestiti sono passati negli ultimi anni da 13 a 11, della Romagna solo Cesena e Cattolica.
Alla faccia delle belle parole spese sulla necessità di costruire una Area Vasta della Cultura romagnola: ERT è un ostacolo a questo progetto, non certo un facilitatore.
Parliamo di una Fondazione i cui introiti derivano al 50% da contributi pubblici e di enti soci, e solo al 17% dalla biglietteria; di una Fondazione la cui testa pensante e operante si trova a Modena, e lo si percepisce chiaramente nel quanto (il contributo di 360.000 Euro del socio fondatore Fondazione Cassa di Risparmio di Modena viene utilizzato per il Teatro Storchi di Modena, e non per ERT) e nel come (numero e varietà di attività su quel territorio).
Eravamo stati facili profeti: la Presidenza di ERT ad appannaggio di un pur stimabilissimo personaggio cesenate avrebbe ulteriormente rafforzato l’abbraccio soffocante.
Dopo 12 anni di parole (molte) e risultati (pochi) ci rafforziamo ulteriormente nella nostra convinzione che occorra abbandonare una esperienza che non ha motivo di continuare, e si lavori per una gestione diretta della cultura cesenate, capace di valorizzare in maniera costante i soggetti della scena locale (Conservatorio, associazioni, scuole), di mettersi in rete con le tante altre pregevoli esperienze romagnole, e di coinvolgere gli operatori privati in una programmazione veramente territoriale perché variegata e moderna.
L’Amministrazione è stata in passato colpevolmente sorda a queste sollecitazioni, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Errare è umano, perseverare sarebbe diabolico e, soprattutto, in termini politici tremendamente colpevole.
Luigi Di Placido
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