Le proposte dell'associazione Zaccagnini
Quartieri: luoghi di partecipazione e ascolto attivo del territorio. Questa l’estrema sintesi della proposta elaborata dall’associazione Zaccagnini. Un documento preparato dopo una ricerca fatta nel corposo archivio dell’associazione. La Zaccagnini è nata e cresciuta grazie all’impegno di Ercole Acerbi. Ed è una vera e propria memoria storica dell’attività della Dc cesenate. La biblioteca è composta da ottomila volumi. Consultando l’archivio Acerbi ha ricostruito la nascita dei Quartieri a Cesena. L’elaborazione fu di Dario Sacchetti nel periodo compreso tra il giugno del 1968 e il giugno del 1970. Vi lavorò anche Giobbe Gentili, allora vicesindaco. Il loro insediamento avvenne nella primavera del 1970, prima delle elezioni che porteranno la Dc in minoranza e la nomina a sindaco di Leopoldo “Gigi” Lucchi.
Tra i primi consiglieri spiccano i nomi di: Gilberto Benelli, Roberto Casalini, Guido Martini, Amilcare Di Giovanni, Piero Gallina, Michele Massarelli, Gino Mordenti, Domenico Scarpellini, Sanzio Talacci, Gabriele Turci, Guglielmo Cecchini. I consiglieri erano 280. Pochissime le donne: solo sei. C’erano anche due preti: don Gino Budellacci a Villa Chiaviche e don Giuseppe Zoffoli a Macedone.
Adesso i Quartieri sono al centro della proposta amministrativa della nuova giunta. Cesena non li potrebbe avere. Sono obbligatori nelle città con più di 250 mila abitanti, facoltativi in quelle tra i 100mila e i 250mila e non ci possono essere in quelle con meno di 100mila abitanti. Quindi, chi, come Cesena, vuole mantenerli deve cambiare forma giuridica. La scelta era già stata dalle giunte precedenti. L’ultima però aveva tolto l’aspetto elettivo sostituendolo con la nomina diretta dei consiglieri. Adesso, si vuole tornare alle urne. Ipotesi che la Zaccagnini condivide.
Nello stesso tempo l’associazione ha elaborato una serie di proposte presentate da Michelangelo Bucci, presidente. Fra queste figurano: non blindare la partecipazione alle sole liste presenti o comunque candidate al Consiglio comunale e permettere la presentazione di liste civiche o locali; consentire il voto anche ai 16enni e agli studenti universitari non residenti a Cesena, introdurre la parità di genere, prevedere un numero di seggi dispari (nove o undici), limite dei due mandati per i presidenti.
Tra gli obiettivi quello di assegnare ai Quartieri un ruolo ufficiale di antenne del territorio per sicurezza e degrado. Suggerito anche un progetto sperimentale di apertura a turni cadenzati di una postazione mobile dello Sportello facile. Infine, prevedere un ruolo specifico dei Comitati di Quartiere nell’ambito della stesura del nuovo Pug.
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