Una Provincia poco vocata all’export perché meccanica ed elettronica hanno una quota troppo bassa di esportazioni. È questo il dato più evidente che emerge sul territorio della Provincia di Forlì Cesena dai report presentati nella giornata dell’economia. Nel 2012 le aziende della Provincia hanno esportato prodotti per un valore di due miliardi e 848 milioni di euro. Il comparto meccanica/elettronica è quello con il peso maggiore (un miliardo e 175 milioni di euro). Ma rappresenta “solo” il 41,9 per cento del totale mentre la media regionale è al 56,1.
Vanno, invece, molto bene il settore moda (anche se fra le calzature ci sono delle frenate) e, soprattutto, l’agricoltura. Il settore agricolo pesa per il 9,2 per cento sul totale delle esportazioni provinciali (1,6 la media regionale). Il settore moda invece pesa per il 14,8 per cento (11,2 la media regionale). Il problema è che tutti e due hanno esportato merce per un valore di 680 milioni di euro, il 57,87 per cento rispetto a meccanica/elettronica. Siamo di fronte a due settori maturi che però hanno ancora qualche possibilità di crescita. Ma lo sviluppo non potrà comunque essere tale da determinare quell’impennata della quale il territorio ha bisogno.
Servirebbe più high tech. Non a caso in questo ambito la quota del nostro export è bassa: 34,7 per cento contro il 48,8 di media regionale. Inversamente proporzionale il discorso relativo ai prodotti tradizionali. Per la Provincia di Forlì Cesena rappresentano il 56,2 per cento, mentre la media regionale è del 49,4.
Per un’inversione di tendenza serve una politica di prospettiva. Le amministrazioni comunali devono accompagnare lo sviluppo permettendo ai giovani di poter emergere. In questo senso esperienze valide sono gli incubatori di impresa. Interessante, in tal senso, è l’esperienza di Cesenalab, partita da poco. La struttura si fa carico di tutte le spese e i progetti accettati hanno un anno di tempo per decollare. Per ora stanno muovendo i primi passi tre progetti. Fra poco si capirà se avranno gambe per camminare. È chiaro che, comunque, sarà un processo molto lungo. Ma nel produttivo è difficile trovare scorciatoie.
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