Monito a Confindustria sul tema delle ferie
Sulle ferie non si scherza, non devono essere toccate. È un po’ questo il senso del documento elaborato da Marcello Borghetti, segretario Uil. Il mittente è lui, il destinatario Confindustria.
Se il nuovo corso di Confindustria prevede un Paese dove si immagina quale unica leva che le persone debbano essere schiacciate in nome di una produzione selvaggia, approfittando delle emergenze che sistematicamente si pongono dinanzi a un Paese che non ha la capacità di individuare una strategia di sviluppo credibile, troveranno nella UIL e nel Sindacato Confederale un muro!
Ci sono gravi carenze nelle attuali normative che minano il diritto alla genitorialità e che stanno rivelando tutta la loro inadeguatezza soprattutto a fronte della crisi attuale. Un sistema di norme che scontava una carenza che era precedente ma che nella attuale situazione si sta manifestando in tutta la sua evidenza. Le famiglie, tanto più con le scuole e centri estivi tutti da ripensare e riorganizzare, sono in grave difficoltà e messe in forte pressione se schiacciate tra lavoro e esigenza di cura familiare.
In questa situazione già drammatica abbiamo pessime dimostrazioni, da parte di aziende anche famose, di un cattivo utilizzo degli istituti contrattuali quali le ferie convertite in uno strumento di comodo della sola azienda attraverso un abuso di potere gestionale.
Occorre fare chiarezza. Il Sistema Paese deve estendere la capacità di copertura degli ammortizzatori sociali, al momento gravemente limitata, per sostenere il superamento delle crisi aziendali salvaguardando così i posti di lavoro e garantendo la rapida liquidazione delle spettanze dovute ai lavoratori e a tutte le persone in attesa dei vari bonus.
In una fase di forte crisi dove sarebbe necessario riprogettare un vero piano industriale e un concreto e credibile progetto di sviluppo dell’intero Paese che unisca economia socialità e ambiente ci troviamo al contrario a fronteggiare una prospettiva assolutamente oscura per i mesi a venire. In questa cornice dove sarebbe indispensabile garantire sostegno a famiglie e lavoratori, utilizzare quale ammortizzatore sociale le ferie dei lavoratori è un atto inaccettabile e ingiustificabile.
Così come ha ben chiarito il Segretario Generale Aggiunto UIL Pierpaolo Bombardieri “Mi auguro che nessuno voglia mettere in discussione il diritto alla ferie. […] Se Confindustria intende tornare indietro di 100 anni il Sindacato non è disponibile e si organizzerà di conseguenza”.
Le ferie sono un diritto al riposo delle lavoratrici e dei lavoratori conquistate nelle lotte Sindacali, non possono quindi essere usate in altri termini o come compensazione delle lacune normative.
Abbiamo esempi qualificanti sui quali non intendiamo entrare nello specifico per il rispetto delle persone, dove famiglie con bambini che hanno disabilità o che hanno malattie gravi ricevono in donazione giorni di ferie da parte di altri colleghi. Questo è un esempio di eccezionale solidarietà fra lavoratrici e lavoratori, che però manifesta le falle e le lacune, inaccettabili, di un sistema che deve da subito essere ripensato, perché scarica sulle persone e sulle famiglie i gravi difetti insiti al suo interno. Un sistema strumentalmente usato da alcune aziende che non solo non attuano principi di buon senso e responsabilità nella gestione del personale ma che fanno un utilizzo strumentale delle norme e degli istituti contrattuali per il proprio tornaconto.
Il nostro modello sono quelle imprese che credono nel confronto qualificante con le Organizzazioni Sindacali e che sono esempi di responsabilità sociale. Tutte le altre imprese che fanno forzature sono al contrario esempio di irresponsabilità sociale alle quali il Sindacato Confederale manda un messaggio chiaro “non si torna indietro sui diritti”.
Per la UIL si può solo andare avanti, cercando di trovare le soluzioni migliori per conciliare la centralità della persona con una economia moderna, competitiva, socialmente sostenibile, rispettosa dell’ambiente, perchè la qualità di una Società si misura nella qualità di uno Stato Sociale ed economico in grado di rispondere alle esigenze di conciliazione vita e lavoro, con particolare riferimento al sostegno.
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