I volontari presenti nelle piazze e in altri luoghi fino a martedì 8 dicembre
La Stella di Natale è diventata una pianta ornamentale molto diffusa nel nostro paese benché originaria del Messico, stato nel quale vegeta spontaneamente e che può raggiungere un’altezza fra i due e i quattro metri. La pianta è conosciuta anche con il nome di Poinsettia, che le deriva da Joel Roberts Poinsett, ambasciatore designato dagli degli Stati Uniti in Messico, il quale, nel 1825, introdusse la pianta nel suo paese.
La fioritura della Stella di Natale avviene in questo periodo quando le giornate sono le più corte dell’anno (fra pochi giorni, il 13 dicembre, ricorrerà Santa Lucia: “il giorno più corto che ci sia”, come dice il proverbio). Una buona luminosità favorisce una crescita rigogliosa della pianta ma per avere una buona fioritura deve stare per buona parte della giornata al buio.
La sua bellezza sta senza dubbio nella fioritura. Consultando un qualsiasi libro di botanica si apprende che il suo fiore, detto ciazio, con petali e sepali disposti a coppa, non è rosso, come comunemente si ritiene, ma di colore giallo e circondato da una corona di cinque brattee rosse, così come ve ne sono anche di colore rosa, bianco e rosso acceso.
Nelle zone a vocazione floricola del nostro paese la Stella di Natale è ampiamente coltivata nonostante il costo del riscaldamento delle serre che devono essere mantenute a temperatura costante che si aggira sui 18/20 gradi. A livello mondiale è coltivata nei Paesi Bassi e negli Stati Uniti.
Nel nostro paese è diventata anche un simbolo della solidarietà, infatti anche in un momento così complesso e difficile, c’è una stella che continua a fiorire per colorare la speranza di chi lotta contro un tumore del sangue: è la Stella di Natale AIL, che in questi giorni i volontari dell’associazione propongono ai cittadini in tante piazze e luoghi d’Italia.
Le leucemie, i linfomi e il mieloma non si fermano di fronte al Coronavirus e oggi più che mai i pazienti hanno bisogno di terapie, assistenza nei centri specializzati e a casa, conforto e supporto psicologico. I pazienti immuno-compromessi sono due volte più fragili rispetto al resto della popolazione di fronte al Covid, per questo AIL lavora ogni giorno per potenziare i servizi offerti ai malati e far in modo che non si trovino mai soli nella loro battaglia.
Era il 1989 quando, grazie all’intuizione della presidente di AIL di Reggio Calabria, furono vendute le prime 500 Stelle di Natale per acquistare dei macchinari necessari all’ematologia locale. L’idea fu riconosciuta e apprezzata e quattro anni più tardi scesero in piazza anche le altre sezioni AIL.
Nonostante le limitazioni dovute alla pandemia in corso, AIL e le sue sedi locali si sono organizzate per non far mancare nelle case questo simbolo della solidarietà, che ha contribuito negli anni a finanziare la ricerca scientifica e l’assistenza ai pazienti ematologici.
Ai miei concittadini rivolgo l’invito a recarsi ad acquistare una Stella di Natale e di sostenere anche le iniziative che in questo periodo vengono proposte da altre associazioni benefiche.
Gabriele Zelli
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