Riflessione di Graziano Gozi, direttore della Confesercenti di Cesena e Ravenna
CESENA. Sembra ieri, ma è già passato un anno da quando siamo entrati nell’incubo del Covid. Per la verità se ne parlava da un po’ di temnpo, ma il 10 marzo ci fu la chiusura dell’Italia. Adesso, a dodici mesi di distanza, ancora fatichiamo a vedere la luce in fondo al tunnel. Su tutto questo c’è un’interessante riflessione di Graziano Gozi, direttore della Confesercenti di Cesena e Ravenna, che ha la capacità di non essere mai banale.
Il 10 marzo del 2020 entravamo per la prima volta in lockdown nazionale. Colti alla sprovvista, si trattava di un’emergenza inaspettata e per circa due mesi l’Italia si fermò (lo fece tutto il mondo, con modi e tempi diversi). Otto marzo 2021: Romagna in zona rossa. È passato un anno e fra alti e bassi ci troviamo nella stessa situazione. Senza essere ingenerosi, è un autentico disastro.
Il piano vaccinale, a cui sono aggrappate tutte le speranze, procede al rallentatore: siamo al 3% della popolazione. I decessi si avvicinano a quota 100.000. Le terapie intensive sono nuovamente prossime alla saturazione e i contagi in sensibile aumento. L’economia, in generale, è in grande difficoltà. Ma le imprese del commercio, della ristorazione e del turismo sono a pezzi. La gestione delle aperture e chiusure delle attività, con variazioni continue e schizofreniche è priva di buon senso e la politica dei ristori completamente inadeguata e incomprensibile. A breve si esaurirà la moratoria sui mutui così come arriveranno le cartelle per tasse e tributi rinviati precedentemente.
Ma se le aziende sono chiuse o con incassi dimezzati, come faranno a pagare? È un miracolo ed andrebbero premiate tutte le piccole imprese che fra mille difficoltà stringono i denti e continuano a provarci, a sperare in un futuro migliore. Se non vogliamo vedere sparire intere categorie professionali, spazzate via dagli effetti della pandemia e da scelte politiche infelici, il nuovo governo deve cambiare completamente registro. Se la situazione sanitaria è fuori controllo, allora le imprese di commercio e turismo vanno fatte chiudere ma ristorate nel modo adeguato e subito. Se la situazione è sotto controllo, allora tutti devono poter lavorare, nel rispetto dei protocolli, per la sicurezza degli stessi imprenditori e dei consumatori. Senza gli assurdi vincoli di orario delle 18 per la ristorazione o chiusura dei negozi nelle gallerie commerciali il fine settimana. E vanno fatti i controlli, sanzionando chi non rispetta le regole.
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