Le restrizioni dettate dal contrasto alla pandemia generata dalla diffusione del Covid 19 ha impedito nei mesi scorsi che si potesse presentare il nuovo libro della scrittrice meldolese Astrid Valeck “Memorie di vita e di migrazione al femminile”, Persiani Editore, Bologna 2020. Ora che gradualmente la situazione sta evolvendo verso l’auspicata normalità, anche se occorre mantenere ogni atteggiamento di prudenza, l’autrice è disponibile a partecipare a incontri e iniziative per poter parlare del suo lavoro.
Il libro racconta di viaggi e il viaggio, si sa, accompagna la storia dell’umanità fin dai suoi albori. Eppure, nota l’autrice, sono perlopiù gli uomini a raccontare i propri movimenti nel mondo. E le donne, perchè si spostano anche loro, cosa hanno da raccontare? Questa domanda è lo stimolo stesso che ha spinto Astrid Valeck a raccogliere le storie di cui il libro è intessuto.
Il tema del viaggio, che si trasforma spesso in migrazione, è il punto di avvio di una serie di incontri tra l’autrice e sette donne a cui è stato chiesto di narrare la propria storia. La proposta è stata rivolta a loro perchè hanno almeno due cose in comune: hanno compiuto un’esperienza migratoria e nelle loro traiettorie Meldola (FC) è un posto significativo, punto di partenza per alcune e di approdo o di passaggio per altre.
Sono tanti i Paesi che, come luoghi di origine o di destinazione, vengono attraversati nei racconti delle donne coinvolte: l’Italia, ovviamente, ma anche la Francia, la Romania, la Norvegia, la Finlandia, la Nigeria e il Canada. Una delle cifre di questo testo è proprio nella pluralità che narra, capace di fare dismettere etichette e stereotipi spesso attribuiti alle donne migranti, effetto ottenuto anche mediante la scelta originale di tenere insieme storie di emigrazione e di immigrazione da e verso l’Italia. Le storie che compongono il libro mostrano infatti delle donne che, pur dovendo affrontare difficoltà e fragilità prima e dopo la migrazione, non vestono mai i panni della vittima. Al contrario mostrano una forte resistenza e una notevole capacita di reinventarsi. In una società in cui lo spazio della narrazione di sè rischia di essere sempre più frantumato, autoreferenziale e poco propenso all’ascolto, questo libro apre uno spazio narrativo importante in quanto frutto di incontri.
Le pagine iniziali che precedono le biografie non solo introducono concetti e questioni metodologiche rilevanti che orientano la lettura, ma esplicitano le ragioni profonde che hanno spinto l’autrice a vestire i panni della biografa per compiere questa ricerca.
Il volume è frutto delle ricerche biografiche condotte per l’APS “parolefattemano” di
Meldola, di cui l’autrice è socia fondatrice. L’associazione, già molto conosciuta localmente, è punto di riferimento sul territorio della nostra provincia come in quelle limitrofe per la promozione della cultura autobiografica e delle biografie territoriali; opera in stretta collaborazione con la Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari.
A Forlì il libro è disponibile presso “La botteghina del libro” di via Giorgio Regnoli 38.
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