Mercoledì 14 luglio alle ore 21,00 all’Arena Hesperia di Meldola sarà presentato il libro “Memorie di vita e di migrazione al femminile” (Persiani editore). Il volume è frutto delle ricerche biografiche condotte da Astrid Valeck per l’APS parolefattemano. L’associazione, già molto conosciuta localmente, è punto di riferimento sul territorio della nostra provincia come in quelle limitrofe per la promozione della cultura autobiografica e delle biografie territoriali; opera in stretta collaborazione con la Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari.
“Memorie di vita e di migrazione al femminile” è un libro dedicato alle donne, alla città di Meldola e alla migrazione al femminile con protagoniste: Corinna Casi, Elsa Calboli, Eva Marie Søndeena Bazzocchi, Mihaela Chiriac, Maricica Avram, Emelda Iheoma, Okeh, Valentina Stagnani. Modererà la serata Gabriele Zelli, saranno presenti l’assessore alla Cultura Michele Drudi, l’autrice Astrid Valeck, Ermes Fuzzi per l’APS parolefatteamano e l’editore Paolo Persiani.
Questo libro racconta di viaggi e il viaggio, si sa, accompagna la storia dell’umanità fin dai suoi albori. Eppure, nota Astrid Valeck, autrice del volume, sono perlopiù gli uomini a raccontare i propri movimenti nel mondo. E le donne, perchè si spostano anche loro, cosa hanno da raccontare? Questa domanda è lo stimolo stesso che ha spinto l’autrice a raccogliere le storie di cui il libro e intessuto. Il tema del viaggio, che si trasforma spesso in migrazione, è il punto di avvio di una serie di incontri tra l’autrice e sette donne a cui viene chiesto di narrare la propria storia. La proposta arriva a loro perchè hanno almeno due cose in comune: hanno compiuto un’esperienza migratoria e nelle loro traiettorie Meldola è un posto significativo, punto di partenza per alcune e di approdo o di passaggio per altre.
Sono tanti i Paesi che, come luoghi di origine o di destinazione, possiamo attraversare nei racconti delle donne coinvolte: l’Italia, ovviamente, ma anche la Francia, la Romania, la Norvegia, la Finlandia, la Nigeria e il Canada. Una delle cifre di questo testo è proprio nella pluralità che narra, capace di fare dismettere etichette e stereotipi spesso attribuiti alle donne migranti, effetto ottenuto anche mediante la scelta originale di tenere insieme storie di emigrazione e di immigrazione da e verso l’Italia. Le storie che compongono il libro mostrano infatti delle donne che, pur dovendo affrontare difficoltà e fragilità prima e dopo la migrazione, non vestono mai i panni della vittima. Al contrario mostrano una forte resistenza e una notevole capacita di reinventarsi. In una società in cui lo spazio della narrazione di sè rischia di essere sempre più frantumato, autoreferenziale e poco propenso all’ascolto, questo libro apre uno spazio narrativo importante in quanto frutto di incontri. Le pagine iniziali che precedono le biografie non solo introducono concetti e questioni metodologiche rilevanti che orientano la lettura, ma esplicitano le ragioni profonde che hanno spinto l’autrice a vestire i panni della biografa per compiere questa ricerca.
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